Nudo di donna EGON SCHIELE















mercoledì 28 agosto 2013

PARLIAMO DI CONTEMPORANEO...I MUSEI DAL NOVECENTO AL NUOVO MILLENNIO








"La grande arte italiana si ferma a Tiepolo" Antonio Paolucci, Ministro per i Beni Culturali, 1995

di Antonella Colaninno

L'Italia e il contemporaneo non è sempre stato un binomio di grandi affinità elettive. Mentre l'Europa era impegnata nell'apertura di importanti musei di arte contemporanea l'Italia preferiva investire nell'arte del passato tra conservazione ed acquisizioni. Nell'arco degli ultimi vent'anni del secolo scorso, proprio in quei travolgenti anni Ottanta di furori e decadenze, si avvia in Europa una vera e propria "campagna"di costruzione di centri per l'arte contemporanea che vede la nascita a Madrid nel 1986 del Centro de Arte Contemporanea Reina Sofia, primo museo nazionale spagnolo per il contemporaneo, a Monchengladbach nel 1982 del Museo Abteiberg e nel 1984 della nuova sezione della Neue StaatsGallerie di Stoccarda, costruite rispettivamente dall'architetto austriaco Hans Hollein e dall'inglese James Stirling. Sempre negli anni Ottanta la Francia istituisce sotto il governo del ministro della cultura francese Jack Lang, i Fondi Regionali per l'Arte Contemporanea per un programma di investimenti nella realizzazione di "centri di produzione artistica." Nell'ultimo decennio del secolo scorso l'Italia puntava sulle sue tre importanti risorse del contemporaneo come il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato voluto dai Pecci, nota famiglia di industriali nel settore tessile e realizzato da Italo Gamberini, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, nata su decreto regio nel 1883 e con sede fino al 1915 a Palazzo Esposizioni prima di essere trasferita nella sede attuale di  Palazzo delle Belle Arti e il Castello di Rivoli nei pressi di Torino, residenza sabauda rimasta incompiuta su progetto di Flippo Juvarra. Negli stessi anni, in Europa si aprono nuovi spazi museali per il contemporaneo su progetto di architetti di fama internazionale. L'americano Frank O'Gehry firma il progetto per il Guggenheim Bilbao, mentre Renzo Piano realizza nel 1997 la struttura per la Fondazione Beyeler di Basilea. Un altro americano Richard Meier costruisce nel 1992 il Museum d'Art Contemporanei di Barcellona in occasione delle Olimpiadi. Il 1995 segna la nascita del Museum of Modern Art di San Francisco "a firma" del ticinese Mario Botta, mentre di Rem Koolhas è la Kunsthalle di Rotterdam. Apre il nuovo millennio la Tate Gallery of Modern Art di Londra "nell'ex centrale elettrica di Bankside sul Tamigi", grazie agli interventi di ristrutturazione degli architetti svizzeri Herzog & De Meuron. Uno scenario così ricco e vitale da far riflettere su come proprio in quegli anni in cui incominciava a delinearsi la grande crisi globale, si trovassero risorse e si investissero ingenti somme di denaro nel settore culturale. Soprattutto se si pensa che la gestione delle risorse non è mai svincolata da ragioni di natura politica ed è sempre piuttosto controversa la decisione su dove far confluire gli investimenti che si divide fra chi promuove la crescita dell'arte contemporanea e chi invece, prendendo in scarsa considerazione gli investimenti su forme di espressione legate al cambiamento del costume, preferisce impegnarsi sul fronte dell'arte antica, rinascimentale e tardo barocca. La storia dei musei italiani legati alla cultura contemporanea riflette il desiderio di cavalcare il presente nella consapevolezza dei grandi cambiamenti in atto nel  passaggio epocale al nuovo millennio. Un ventennio certamente in crescita che risveglia l'interesse degli enti locali tra regioni, province e comuni e vede la creazione di spazi per il contemporaneo. Nel 1989 apre a Trento la Galleria Civica e nel 1996 il Centro Arti Visive Pescheria nell'ex mercato del pesce di Pesaro, a cui è stata annessa nel 2001 la Chiesa del Suffragio confinante con l'edificio del mercato. A La Spezia si inaugura il CAMEC (Centro Arte Moderna e Contemporanea) con la direzione di Bruno Corà e con la nuova destinazione d'uso di un ex palazzo di Giustizia dei primi anni del secolo. In provincia di Cuneo (a Caraglio) il recupero di un antico filatoio apre le porte al CESAC (Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee), mentre nel 1998 il quattrocentesco Palazzo delle Papesse di Siena si apre al contemporaneo. Il Trentino Alto Adige dopo la nascita della Galleria Civica-Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento nel 1989 sotto la direzione di Danilo Eccher completa la trilogia sul conteporaneo con il MART (Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto) inaugurato nel 2002, con la Merano Arte di Merano e con il Museion di Bolzano. Le istituzioni si fanno attente anche a sud e cercano di creare un'area di sviluppo del contemporaneo e di superare i limiti dei "confini" territoriali strettamente legati alla tradizione locale. Nel 2004 nasce il MAN (Museo d'Arte Provincia di Nuoro) con la direzione di Cristina Collu, preceduto qualche anno prima nel 2001 dalla Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa in un ex convento di clausura. Ma è Napoli con l'apertura del PAN (Palazzo delle Arti Napoli) nel 1998 diretto da Julia Draganovic e Marina Vergiani e del MADRE nel 2005 a porsi come centro propulsore più importante del Mezzogiorno per l'arte contemporanea. Tra le altre realtà presenti sul territorio a sud d'Italia si aggiunge il Museo Comunale Pino Pascali di Polignano, inaugurato nel 1998 con una grande mostra antologica di Pino Pascali nel trentennale della sua somparsa. Il museo, diretto da Rosalba Branà, è dal 2012 Fondazione Pino Pascali istituita per iniziativa del Comune di Polignano e della Regione Puglia, nella nuova sede dell'ex mattatoio comunale sul lungomare della città. Di recentissima fondazione è il MACS di Catania inaugurato nel giugno 2013 con la mostra Furia Corporis di Alfio Giurato a cura di Alberto Agazzani. Il nuovo polo museale sotto la direzione di Giuseppina Napoli è sito in via dei Crociferi all'interno della Badia Piccola del Convento delle Benedettine già bene UNESCO, con la vicina chiesa di San Benedetto capolavoro del tardo barocco siciliano. Molto ha fatto discutere nella capitale, la nascita nel 2009 del MAXXI (Museo Nazionale di Arte e Architettura del XXI seolo) su progetto dell'architetto anglo-iracheno Zaha Hadid e del MACRO (Museo Arte Contemporanea Roma) su intervento di Odile Decq che come un fulmine a ciel sereno apre nuove prospettive sul contemporaneo in una realtà come quella romana, fortemente legata alle varie facies di una storia dell'arte ricca e complessa che ha visto spesso il fiorire di nuove epoche e di nuovi stili sulla distruzione delle antiche vestigia come accadde per la zona dei Fori Imperiali. Con la fondazione delle istituzioni museali romane nasce il dibattito sulla figura dell'archistar e su un modo di progettare che sublima l'idea come atto individuale, lontano da quel fare architettura che abbraccia le reali esigenze di una comunità e guarda al bene comune, tematiche di cui si è discusso nell'ultima Biennale Architettura diretta da David Chipperfield. Ripercorrendo le tappe dei più significativi interventi di musealizzazione delle collezioni di arte contemporanea ricordiamo la Galleria Civica di Modena fondata nel 1959 che inizia ad operare nel contemporaneo nel 1983 con due importanti collezioni dedicate al disegno e alla fotografia e che vede la direzione di Angela Vettese fino al 2009 e, dal 1982, la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Forti di Verona. In Sicilia dal 1997 è attiva la Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa allestita negli ambienti di un convento del XVIII secolo. Tra le recenti istituzioni ricordiamo anche il MAMbo di Bologna inaugurato nel 2005 nella struttura dell'ex Forno del Pane sotto la direzione di Gianfranco Maraniello che rappresenta l'evoluzione della Galleria d'Arte Moderna nata nel 1975. Il MARCA (Museo delle Arti Catanzaro) nato nel 2008 grazie all'impegno della Provincia e diretto da Alberto Fiz segna la scena contemporanea di una realtà periferica come la Calabria. Con i suoi 1000 mq di superficie dislocati su tre piani, ospita  una ricca collezione di opere databili a partire dal XVII secolo fino ai nostri giorni. Nel 2o09 dopo un lungo intervento di restauro ha riaperto a Pistoia Palazzo Fabroni, un edificio del tardo '500 inaugurato alla fine degli anni '80 che raccoglie nella sua collezione artisti contemporanei e maestri pistoiesi del '900, mentre a Siena l'SMS Contemporanea opera sul contemporaneo all'interno del Complesso di Santa Maria della Scala. Il Museo Arcos di Benevento apre le porte nel 2005 alla guida di Danilo Eccher e Claudia Gioia, così come in Friuli Venezia Giulia la GC.AC (Galleria Comunale d'Arte Contemporanea) di Monfalcone (Udine) viene inaugurata nel 2002 nell'ex mercato del pesce della città e sotto la direzione di Andrea Bruciati lavora sui giovani talenti italiani emergenti. Il PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea) di Milano rappresenta una realtà "ante litteram" se consideriamo che costruito negli anni Cinquanta, diventa spazio espositivo per il contemporaneo nel 1979 su iniziatia del Comune. Infine, il Museo del Novecento di Milano apre nel dicembre del 2010 nel Palazzo dell'Arengario, un'architettura razionalista che con i suoi 3000 mq di superficie accoglie una importante collezione di arte moderna e contemporanea.

Pubblicato da Antonella Colaninno  




Nelle foto: Palazzo Fabroni, Pistoia; Castello di Rivoli; Cappella del Castello; Scala; MART di Rovereto; MAN di Nuoro; MAMbo di Bologna; MADRE di Napoli; MADRE