di Antonella Colaninno
E’ uscito nelle sale cinematografiche italiane per la
regia di Phil Grabsky il film documentario “Renoir: oltraggio e seduzione”
(Exhibition On Screen: Renoir). La pellicola, presentata il 22 e 23 marzo, ha aperto al pubblico le sale
della Barnes Foundation di Philadelphia che conserva la più grande collezione
di dipinti di Pierre Auguste Renoir (1841-1919), con le sue 181 tele per la
maggior parte appartenenti all’ultima fase artistica del maestro francese. Questi
dipinti furono acquistati dal chimico e industriale farmaceutico Albert C.
Barnes, estimatore di Renoir, che considerava l’arte un investimento per
migliorare la comprensione della società. Si tratta di nudi di donna opulenti e
seducenti, esaltazione di una carnalità voyeuristica, considerati dalla critica
come l’esito di una fase decadente del maestro. Stanco della leggerezza con la
quale l’impressionismo si accostava alla percezione della realtà, Renoir iniziò
una nuova fase post impressionista, che riscopriva la pienezza classica della
forma, ma che non può trovare paragone con i capolavori del primo periodo. Il
film consente di visionare queste opere e di ascoltare i contributi dei più
autorevoli critici d’arte del New York Time e dell’Washington Post che
ricostruiscono, come in un saggio critico, l’ultima attività artistica di
Renoir, poco conosciuta per l’assenza di questi dipinti dal circuito ufficiale
delle mostre dedicate all’artista francese. Renoir era nato a Limoges, una
cittadina nel cuore della Francia, ma si trasferì a Parigi con la sua famiglia
dove frequentò l’Ecole des Beaux-Arts. Qui conobbe Claude Monet, Frèdèric
Bazille e gli altri artisti con i quali condivise l’esperienza del dipingere en
plein air a Fontainebleau. A questo primo periodo impressionista risalgono
capolavori di pittura come “La colazione dei canottieri” (1881) e “Ballo al
Moulin de la Galette (1876) (Philliphs Collection e Museè d’Orsay), impressioni
di luce e colore sulla vita reale di rara bellezza compositiva. Le successive
sperimentazioni pittoriche di Renoir sono quelle della riscoperta del classicismo,
influenzate dal viaggio in Italia del 1881, durante il quale conobbe i grandi
maestri della pittura del Rinascimento italiano. Ma dal 1890, Renoir portò un
ulteriore svolta nella sua pittura, dissolvendo le forme attraverso il colore, mediante l’uso di una pennellata leggera. Il
film di Grabsky consente di conoscere attraverso le visione delle opere e la
ricostruzione della vita del maestro, la prolifica carriera artistica di Renoir,
lasciando che lo spettatore costruisca liberamente una riflessione critica nonché
estetica sull’arte di uno tra i più grandi artisti della modernità.
Pubblicato da Antonella Colaninno