Nudo di donna EGON SCHIELE















venerdì 3 gennaio 2014

I VINCITORI DELLA V EDIZIONE DEL CELESTE PRIZE



di Antonella Colaninno

Lo scorso 7 dicembre a Roma, nello Spazio Fienaroli in Trastevere, i 40 finalisti del Celeste Prize hanno decretato i vincitori di questa quinta edizione del premio internazionale per l’arte contemporanea, insieme al pubblico e al curatore Ami Barak che ha così commentato la premiazione delle opere vincitrici: […] “More importantly the works resonated with great intelligence and sophistication which proves that talent nowadays is not only aesthetic but also intellectual.”
Ogni vincitore è stato scelto nell’ambito delle categorie nelle queli il premio è suddiviso: Painting & Graphics Prize; Photography & Digital Graphics Prize; Video & Animation Prize;
Installation, Sculpture, Live Media & Performance Prize;
Curator’s Choice Prize; Visitors Choice Prize.
The Sorrow the Joy Brings di Noa Giniger, è parte di una serie di collages ognuno dei quali contiene un salice piangente. La nostra interpretazione del mondo sublima la natura stessa delle cose, sottolineando come ogni cosa sia relativa al nostro sguardo e come la materia si presti a dar forma alle nostre emozioni e ad “organizzare un  intero complesso di concetti affatto fisici come gli stati emozionali” In The sorrow the joy brings un salice piangente diventa la speranza di una dimensione felice nel suo invertire il proprio ordine costituito, collocandosi nel mondo con i propri rami all’insù.

Per  l’artista statunitense Alexander Solomon in (David and the Climb Up), l’idea di paesaggio contemporaneo esprime il senso del limite, di qualcosa che finisce mentre altro inizia e che sfiora l’astrazione proprio attraverso la cesura di continuità dove tutto diventa precarietà, difficoltà a superare ciò che è finito.

Ink Ribbon Finger Prints di Pavel Braila vincitore per la sezione Photography & Digital Graphics Prize, è una performance surreale e poetica in cui un gruppo di dattilografi batte contemporaneamente su vecchie macchine da scrivere un testo sulla propria vita, sotto l’attenta ma stravagante direzione dell’artista stesso che veste i panni di un direttore d’orchestra un po’ sui generis.

Sull’idea di originalità di una visione che unisce arte e musica si traduce il video di LAB FINAER feat. Felix Weinold, un gruppo di artisti tedeschi, dal titolo White Noise. Un disco vuoto su cui non è inciso nulla, non emette suono ma nei solchi incide la polvere che crea “un rumore-scultura”.

Ring di Dominique Blais si ispira alla tetralogia di Wagner Der Ring des Nibelungen. Una installazione di quattro candele accese sistemate di fronte ad una camera oscura e sul pavimento, davanti ad ogni opera, è collocata una scultura in bronzo realizzata con la tecnica della cera persa. Sono lo spettro di ciò che resta delle candele usate per produrre l’immagine fotografica che testimonia il senso del fluire del tempo. www.premioceleste.it/opera/ido:235998/

Una tematica tutta al femminile si svolge nella performance dell’artista americana Ana Prvacki, che nel titolo DIY-Do it yourself Chivarly riassume l’esortazione ad essere cavalieri di se stessi. Il comportamento cerimonioso e raffinato di galanteria dell’uomo verso la donna, ispirato al mondo cavalleresco medievale, si traduce qui al femminile, in un rapporto simbiotico tra soggetto ed oggetto. L’artista si spoglia degli abiti togliendone uno per volta per buttarli sul pavimento e coprire dei punti oscuri di discontinuità che rappresentano idealmente, degli ostacoli da superare.

Infine, Cristina Gardumi con il suo Adults don’t exhist è la vincitrice per la sezione Visitors Choice Prize. Nel suo stile tra visionario e fantastico, Cristina racconta quel passaggio delicato che corrisponde all’ingresso nel mondo degli adulti. Se le antiche civiltà e i popoli tribali hanno contribuito alla costruzione di un mito, le società contemporanee hanno demolito la leggenda svuotando di senso il mito collettivo. Questa fondamentale età di passaggio che inizia il nuovo cammino sulle strade della responsabilità e della consapevolezza, si perde nel suo valore di insieme per trasferirsi in una dimensione strettamente personale che si annulla nella mancanza di barriere dei social network: “E’la vita privata che diventa epica”. Ma siamo in fondo, diventati davvero adulti, o continuiamo a muoverci in una dimensione anacronistica dove il tempo scorre mentre noi restiamo fermi?


Pubblicato da Antonella Colaninno


In foto: due momenti della premiazione; the Sorrow the Joy Brings di Noa Giniger vincitore per la sezione Painting & Graphic Prize; David and the Climb Up di Alexander Solomon vincitore per la sezione Photography & Digital Graphics Prize; Adults don’t exhist di Cristina Gardumi vincitore della sezione Visitors Choice Prize.