Nudo di donna EGON SCHIELE















venerdì 14 febbraio 2014

ARTE FIERA BOLOGNA





di Antonella Colaninno

Anche quest'anno continua l'impegno di Arte Fiera di investire sul collezionismo con un fondo acquisizioni rilanciato già lo scorso anno, con uno stanziamento di 100.000 euro per l'edizione del 2014. Un impegno che ha voluto riportare l'attenzione anche sull'Ottocento e sulla grande tradizione della pittura italiana della seconda metà del secolo e della grande stagione del primo Novecento, assecondando un gusto ed un interesse riscoperto sul mercato. Da Boldini a Fattori, da Lega a Signorini sino a De Nittis e Zandomeneghi, in un percorso di grande pregio che ha visto la presenza in fiera di gallerie d'arte specializzate sull'arte moderna. Un'altra novità per questa 38a edizione di Arte Fiera è stata la presenza della fotografia d'autore. Bologna Fiere ha infatti, siglato "un accordo pluriennale" con MIA Fair, la più importante fiera italiana del settore firmata Fabio Castelli che ha aperto la partecipazione alle gallerie che lavorano nell'ambito della fotografia d'autore. Una presenza di 172 gallerie per dare "sostegno" al rilancio del mercato italiano che punta al collezionismo di qualità e alla tradizione della pittura italiana del secondo Ottocento. Una grande scommessa per Arte Fiera 2014 che ha visto raddoppiare i visitatori della scorsa edizione, riconfermando Bologna come importante centro per il mercato dell'arte internazionale con uno sguardo attento alle proposte dei giovani artisti cinesi e all'arte dei paesi dell'Est Europa. SH Contemporary è la fiera d'arte contemporanea di Shangai prodotta da Bologna Fiere che dopo la cancellazione del programma autunnale dello scorso anno, ripartirà il prossimo settembre sotto la nuova direzione di Guido Mologni, cofondatore a Bulow di un club privato per i collezionisti della città. Una nuova frontiera culturale per Arte Fiera che si è affermata nel panorama della scena artistica internazionale anche nell'est asiatico. La Cina è ormai, un mercato sempre più in crescita per collezionisti e appassionati, con un forte sviluppo culturale che ha visto negli ultimi tempi, la nascita di nuovi musei, l'apertura di una nuova sede della casa d'aste Christie's e il progetto della futura nascita della new free-trade zone di Shangai, per rafforzare il ruolo economico della città, già principale polo finanziario della Cina continentale. 

Pubblicato da Antonella Colaninno

In foto: l'Ottocento italiano; visitatori tra gli stand; il presidente di Bologna Fiere Duccio Campagnoli con Gianni Morandi; un'opera del fondo acquisizioni 2014: Mario Dondero, "Pierpaolo Pasolini e sua madre Susanna fotografati nella loro casa all'Eur", 1962.

giovedì 6 febbraio 2014

IL PIEDISTALLO VUOTO. FANTASMI DALL' EST EUROPA








di Antonella Colaninno

Il muro di Berlino ha rappresentato il simbolo dell'alienazione dell'individuo e delle sue libertà, all'interno di un sistema socialista che per più di un lungo ventennio ha creato geograficamente e ancor più intellettualmente, una frattura nella cultura dell'Europa nella storia contemporanea. La caduta del muro nel 1989, aprì definitivamente il passaggio delle frontiere e realizzò il superamento delle barriere culturali ed ideologiche che avevano impedito la realizzazione delle speranze individuali e dello sviluppo economico della società. Un tempo talmente lungo che non ha prodotto una crescita in divenire ma un rallentamento della creatività e di ogni impulso propositivo che ancora si respira nell'immaginario collettivo di chi porta con sè il vissuto di quell'esperienza, come un fantasma inatteso e ingombrante. A venticinque anni dalla caduta del muro, la mostra "Il piedistallo vuoto. Fantasmi dall'Est Europa" riassume la storia di un'epoca difficile attraverso le opere di oltre quaranta artisti che non hanno trovato voce nella cultura socialista di quegli anni. Uno sguardo che si estende sull'arte contemporanea dell'Est Europa nella creatività di quegli artisti che hanno vissuto il clima socialista nell'anticipazione delle sue premesse e nell'esperienza della sua fine. Il piedistallo vuoto è la metafora di un passato che potenzialmente potrebbe diventare ancora in atto, pur avendo concluso storicamente il proprio corso. Un'ombra che accompagna il presente che si traduce nel rapporto "tra visibilità ed invisibilità" come "lo spettro di un imperativo etico che torna". Un'arte che si racconta negli aneliti composti e rivoluzionari delle posizioni anticonformiste del decennio caldo del regime (anni Settanta) e nell'esperienza visionaria del post socialismo tra gestualità come espressione della ritrovata affermazione della propria individualità, ed archeologia della memoria.


Pubblicato da Antonella Colaninno

Il piedistallo vuoto. Fantasmi dall'Est Europa
a cura di Marco Scotini
24 gennaio / 16 marzo 2014
Museo Civico Archeologico
via dell'Archiginnasio, 2 Bologna

In foto: immagine di copertina del catalogo; una sequenza della performance "Egalitè" di Kovlyna; una sequenza di un video in mostra; scultura di Adrian Paci; "Space Chain" di Yona Friedman, 1959; "Collapsed Pillar" di Petra Feriancova, 2013; un graffito sul muro di Berlino (parte del muro non abbattuta).