Nudo di donna EGON SCHIELE















martedì 27 giugno 2017

VIVA ARTE VIVA IL NUOVO UMANESIMO DI CHRISTINE MACEL ALLA 57.ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE LA BIENNALE DI VENEZIA


di Antonella Colaninno

La 57a Biennale d'Arte “Viva Arte Viva” riassume nel titolo dalla vocazione esclamativa il suo intento di celebrare l'arte e il ruolo dell'artista in una prospettiva individuale ed esistenziale. La curatrice Christine Macel ha voluto riscoprire l'arte nella sua leggerezza e nella sua dimensione più intima per liberare l'universo creativo dell'uomo e reinventare il suo rapporto con il mondo. Ha immaginato, così, un nuovo Umanesimo “nel quale l'atto artistico è a un tempo atto di resistenza, di liberazione e di generosità”, un umanesimo che osserva la complessità del contemporaneo e vuole ricordare “la capacità dell'uomo, attraverso l'arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo [...]”. Come afferma la curatrice, l'arte “ è il luogo per eccellenza della riflessione, dell'espressione individuale e della libertà [...]”, essa è “un giardino da coltivare al di là delle mode e degli interessi specifici e rappresenta anche un'alternativa all'individualismo e all'indifferenza.” Dunque, in un momento storico segnato da conflitti e violenze che minano il pluralismo delle idee e delle vocazioni, l'arte assume, oggi più che mai, un grande ruolo di responsabilità e di espressione individuale. Perchè tutto ciò che è globale genera confusione, intolleranza e perdita del centro e mette in discussione modelli di vita e identità specifiche. Ecco che l'uomo riscopre la propria dimensione e toglie, così, la maschera dell'immagine ad ogni costo. Egli mette a nudo le sue fragilità e la sua sfera emotiva, in preda a sensazioni di spaesamento e conflittualità, a causa dell'ibrido sociale nel quale vive la propria perdita di centralità, svilito dalla mancanza di modelli di confronto. Un'alienazione che imperversa anche nello smarrimento del passato che non è più in grado di fornire esempi di continuità riconoscibili. I padiglioni scelgono, per questo, di attraversarsi nel filo conduttore comune della creatività riscoperta, tenendo conto della spiritualità e dell'azione, di quel fare artigiano che privilegia la manualità e una operosità collettiva. I padiglioni sono un po' dei laboratori di stampa dove si preparano libri di stoffa con scritture ricamate, come preziosi manoscritti miniati, ma sono anche delle serre dove sperimentare possibili innesti, tra scarpe che contengono, come vasi di terracotta, piccoli semi fioriti in rigogliose piante. In alcuni padiglioni l'artista veste il ruolo dello sciamano per assecondare il suo bisogno crescente di spiritualità e si esibisce in performance che assomigliano a strani rituali, mettendo, in questo modo, in connessione temporale il passato e il presente. 

La 57a Biennale pensata da Christine Macel si articola intorno a nove "trans padiglioni", che si aggiungono ai tradizionali padiglioni nazionali: il Padiglione delle Gioie e delle Paure, che evoca il rapporto dell'uomo con il mondo, alla luce delle emozioni che regolano la sua esistenza; il Padiglione degli Artisti e dei Libri, con la sua riflessione tra l'ozio creativo e l'azione; il Padiglione degli Sciamani, che interpreta l'artista come uno sciamano, animato da una visione interiore; il Padiglione Dionisiaco, tra estasi artificiale e religiosa; il Padiglione dei Colori, “che invita a riconsiderare la pertinenza degli approcci fenomenologici dell'arte”; il Padiglione del Tempo e dell'Infinito, sul concetto di tempo e della sua connotazione metafisica; il Padiglione dello Spazio Comune, che pone una riflessione sul senso di collettivo e sul rapporto tra comunità e individualismo; il Padiglione della Terra, con la sua indagine sul rapporto terra e le sue visioni utopiche sull'ambiente e, infine, il Padiglione delle Tradizioni, che invita a ripensare alla continuità del passato nel nostro pensiero contemporaneo. 


Pubblicato da Antonella Colaninno