Nudo di donna EGON SCHIELE















venerdì 20 novembre 2015

AES+F ALLEGORIA SACRA



“Contemporary culture doesn’t speak in allegories. It plays with the. Similarly to the way in which the children play under the apple trees in that painting by Giovanni Bellini which is both the subject of a new consideration of the sacred by AES+F, and a reflection on the possibility of integrating the work in to the space of contemporary culture […]”  Alexander Balashov

“It’s considered to be some sort of happening or dynamic painting. So, why? Because Allegoria Sacra is not video art, but film”  Mikhail Trofimenkov



di Antonella Colaninno

Qual è il valore del sacro nella cultura contemporanea? Quale collocazione possono trovare le dimensioni del mistero, della verità e della speranza in uno scenario di guerra, di intolleranza e di violenza? “La natura chiusa dello spazio” di un aeroporto può dare luogo ad una narrazione sul senso dell’esistenza, ad una allegoria del sacro, proprio qui, in questo luogo virtuale dove tutto appare finto, irreale, eppure così intenso di significati?  In questo scenario surreale la vita e la morte si esprimono per concetti  simbolici in una struttura narrativa che evoca culture antiche. Il risultato è una impostazione scenica che scorre a metà tra tecnologia e citazione, tra film e video arte, nella quale i valori o disvalori su cui oggi si imposta il moderno dibattito  culturale, si estendono su un’onda di ricezione globale  e multiculturale che con fatica riesce a distinguere una differenza tra il valore della vita e quello della morte. Per questo la dimensione registrata nel video del collettivo russo AES+F assume una fisionomia di inconsistenza spazio temporale dove i personaggi si muovono come fantasmi dissociati da ogni possibile idea di luogo e di tempo, pur essendo quest’ultimo ben identificato in un aeroporto. 

L’azione è congelata in un tempo mentale, in una logica concettuale che limita il coinvolgimento di un’estensione reale. La vita scorre al di fuori degli eventi, è un’apocalisse del sacro dove il mondo appare “una sala d’attesa” senza prospettive, dove le persone di razza e cultura diverse attendono ciascuno il proprio volo. I protagonisti del video sono tutti in attesa di un viaggio tra la vita e la morte, perché il viaggio è il simbolo di quel nomadismo dei popoli della nostra attuale società che,  nella quotidiana spettacolarizzazione degli eventi, contribuisce allo smarrimento del senso della realtà, dove  la stessa vita diventa un oggetto del desiderio, un  prodotto di consumo: esiste ancora un valore del sacro nella nostra società, nel vacuo orrore della cultura contemporanea? Oggi viviamo nel mezzo di una guerra tra le civiltà, tra le culture che è ben messa in scena nel video dai capi mozzati che rotolano sul terreno, un motivo preso in prestito dalla tradizione della pittura. Le rovine di significati con i quali gli artisti lavorano sono desunti da vari contesti culturali del passato, dal Medioevo al Rinascimento  sino al Barocco. Benchè gli eventi che accadono nell’aeroporto non rappresentino la realtà, noi possiamo ritrovare gli aspetti della realtà “oltre le forme, su altri aspetti di quelle forme che ricreano la cultura contemporanea.” I personaggi sembrano morti o persino mai esistiti perché agiscono al di fuori della realtà. 

L’allegoria sacra è la parodia della vuota magnificenza della società contemporanea dove la spettacolarizzazione e il lusso rendono vana e dispersa la dimensione spirituale. Lo Stabat Mater di Vivaldi, sulla cui melodia si costruisce la scena,” fa riferimento alla tradizione musicale barocca” ed esterna una sensualità tipica dei volumi e delle forme morbide e sinuose di quell’epoca, una sensualità che si estende alle movenze dei personaggi del video.
La musica ha in questo valore di allegoria poiché trasferisce il tema del sacro e l’oggetto del Cristo sulla croce all’assenza di sacralità della nostra cultura contemporanea. Oggi assistiamo infatti al dramma di una morte perenne ben occultata dalla seduzione della forma. “La morte qui non è elegiaca. E’ una parodia di se stessa […]”. Non ritroviamo un senso della morte come altro diverso dalla vita, perché non c’è vita e le anime appartengono già al mondo dei morti. In senso cinematografico un’allegoria è “la fine del mondo, è lo shock della civiltà”, è un “contemporaneo declino di Roma” (Mikhail Trofimenkov ).


Pubblicato da Antonella Colaninno

Allegoria Sacra del collettivo russo AES+F (2011) ha vinto la XVIII edizione del Premio Pino Pascali