INAUGURATO IL 19
MAGGIO, IL PADIGLIONE VENEZUELA RACCONTA IL
DRAMMA
CIVILE E LA BATTAGLIA PER I DIRITTI UMANI
di
Antonella Colaninno
In
Venezuela c'è oppressione, denuncia l'Alto commissario ONU per i
diritti umani Michelle Bachelet. L'ex
presidente cilena lo ha affermato a Ginevra nel suo rapporto sulla
situazione nel paese sudamericano, dove oppositori e difensori dei
diritti umani “sono stati oggetto di minacce, detenzioni
arbitrarie, tortura, violenze sessuali, uccisioni e sparizioni.”
Il
viceministro venezuelano per la Comunicazione internazionale, William
Castillo,
ha risposto affermando l'inesattezza di tali affermazioni che non
fanno "alcuna
menzione ai progressi del paese in materia di diritti umani”, e
ignorano le ripercussioni “che l'embargo economico illegale,
criminale e immorale sta esercitando sul nostro popolo". Il
Padiglione Venezuela è, senza ombra di dubbio, il caso emblematico
non solo di questa Biennale, ma di quanto accade nel mondo e pone un
punto di riflessione sul
titolo della mostra “May You Live In Interesting Times.” Il
padiglione, progettato dall'architetto Carlo Scarpa all'interno dei Giardini, e rimasto chiuso nei giorni della vernice stampa, è stato
inaugurato il 19 maggio, a causa del difficile contesto politico del
Paese e del suo dramma civile, alla presenza del
Ministro della Cultura Ernesto
Villegas, del Viceministro, anche curatore del Padiglione, Oscar
Sotillo Meneses
e di tre dei quattro artisti invitati: Natalie
Rocha,
Ricardo
García e
Gabriel
López
(mentre
Nelson
Rangel
non
ha potuto essere presente). Gabriel Lopez è stato il protagonista di
una coinvolgente performance durante l'inaugurazione, mostrandosi al pubblico in
un travestimento da tigre gladiatore, calcando la scena da vero
protagonista, tra dipinti, video e installazioni.
Metáfora
de las tres ventanas Venezuela: identidad en tiempo y espacio è il
titolo scelto per il padiglione Venezuela alla 58a Biennale d'arte di
Venezia“Abbiamo scelto di mostrare, attraverso tre finestre
metaforiche, una lunga costruzione di storia collettiva e un aneddoto
di ampio respiro pieni di poesie, canti, sfide e ribellione. La
metafora della finestra è una soglia che fa comunicare gli spazi,
consente uno scambio di luce, aria, sguardi. Il Venezuela esalta la
propria identità libertaria, sviluppatasi nei secoli, e la condivide
con un chiaro gesto che invita alla complicità gli sguardi altrui.
Le finestre sono l’elemento seducente che stimola la curiosità e
il bisogno di sapere. Confessiamo anche un desiderio nascosto di
vedere noi stessi come un popolo nei lunghi sentieri della storia.”Un'invocazione di speranza per una nazione dove l'embargo economico
imposto dagli Stati Uniti per far cadere il Presidente Maduro non ha
raggiunto i suoi risultati. Il Venezuela è stremato dalle difficoltà
economiche e la dittatura di Maduro, combattuta dalla popolazione in
nome dei propri diritti e della libertà, è affiancata da Juan
Gualdo e Leopoldo Lopez. Questo scenario politico lascia ben comprendere i motivi
del ritardo dell'inaugurazione del Padiglione che infine ha portato in laguna, se
pur oltre i tempi previsti, un'arte “vitale e pulsante”
focalizzata sull'attualità della crisi nazionale affrontata attraverso la metafora delle tre finestre, dell’identità
nel tempo e nello spazio. Un padiglione interessante e coinvolgente
che sarà ricordato nella storia della Biennale a testimonianza anche
della complessità delle relazioni internazionali e della crisi dello
stato di diritto.
Pubblicato da Antonella Colaninno