Nudo di donna EGON SCHIELE















giovedì 16 gennaio 2020

“LE TRE FINESTRE” DEL PADIGLIONE VENEZUELA



INAUGURATO IL 19 MAGGIO, IL PADIGLIONE VENEZUELA RACCONTA IL
DRAMMA CIVILE E LA BATTAGLIA PER I DIRITTI UMANI
di Antonella Colaninno


In Venezuela c'è oppressione, denuncia l'Alto commissario ONU per i diritti umani Michelle Bachelet. L'ex presidente cilena lo ha affermato a Ginevra nel suo rapporto sulla situazione nel paese sudamericano, dove oppositori e difensori dei diritti umani “sono stati oggetto di minacce, detenzioni arbitrarie, tortura, violenze sessuali, uccisioni e sparizioni.” Il viceministro venezuelano per la Comunicazione internazionale, William Castillo, ha risposto affermando l'inesattezza di tali affermazioni che non fanno "alcuna menzione ai progressi del paese in materia di diritti umani”, e ignorano le ripercussioni “che l'embargo economico illegale, criminale e immorale sta esercitando sul nostro popolo". Il Padiglione Venezuela è, senza ombra di dubbio, il caso emblematico non solo di questa Biennale, ma di quanto accade nel mondo e pone un punto di riflessione sul titolo della mostra “May You Live In Interesting Times.” Il padiglione, progettato dall'architetto Carlo Scarpa all'interno  dei Giardini, e rimasto chiuso nei giorni della vernice stampa, è stato inaugurato il 19 maggio, a causa del difficile contesto politico del Paese e del suo dramma civile, alla presenza del Ministro della Cultura Ernesto Villegasdel Viceministro, anche curatore del Padiglione, Oscar Sotillo Meneses e di tre dei quattro artisti invitati: Natalie Rocha, Ricardo García e Gabriel López (mentre Nelson Rangel non ha potuto essere presente). Gabriel Lopez è stato il protagonista di una coinvolgente performance durante l'inaugurazione, mostrandosi al pubblico in un travestimento da tigre gladiatore, calcando la scena da vero protagonista, tra dipinti, video e installazioni.


Metáfora de las tres ventanas Venezuela: identidad en tiempo y espacio è il titolo scelto per il padiglione Venezuela alla 58a Biennale d'arte di Venezia“Abbiamo scelto di mostrare, attraverso tre finestre metaforiche, una lunga costruzione di storia collettiva e un aneddoto di ampio respiro pieni di poesie, canti, sfide e ribellione. La metafora della finestra è una soglia che fa comunicare gli spazi, consente uno scambio di luce, aria, sguardi. Il Venezuela esalta la propria identità libertaria, sviluppatasi nei secoli, e la condivide con un chiaro gesto che invita alla complicità gli sguardi altrui. Le finestre sono l’elemento seducente che stimola la curiosità e il bisogno di sapere. Confessiamo anche un desiderio nascosto di vedere noi stessi come un popolo nei lunghi sentieri della storia.”Un'invocazione di speranza per una nazione dove l'embargo economico imposto dagli Stati Uniti per far cadere il Presidente Maduro non ha raggiunto i suoi risultati. Il Venezuela è stremato dalle difficoltà economiche e la dittatura di Maduro, combattuta dalla popolazione in nome dei propri diritti e della libertà, è affiancata da Juan Gualdo e Leopoldo Lopez. Questo scenario politico lascia ben comprendere i motivi del ritardo dell'inaugurazione del Padiglione che infine ha portato in laguna, se pur oltre i tempi previsti, un'arte “vitale e pulsante” focalizzata sull'attualità della crisi nazionale affrontata attraverso la metafora delle tre finestre, dell’identità nel tempo e nello spazio. Un padiglione interessante e coinvolgente che sarà ricordato nella storia della Biennale a testimonianza anche della complessità delle relazioni internazionali e della crisi dello stato di diritto.


Pubblicato da Antonella Colaninno