Nudo di donna EGON SCHIELE















martedì 8 marzo 2011

1861
I PITTORI DEL RISORGIMENTO

Francesco Hayez La meditazione 1851

Faustino Joli Il combattimento del 31 marzo 1849 in via delle Consolazioni 1849

Un’interessante lettura degli eventi e dei sentimenti che hanno attraversato gli anni della conquista dell’Unità d’Italia.Una retrospettiva che racconta non solo le battaglie ma anche gli aspetti più strettamente ideali e popolari di una storia d’Italia fatta dal popolo e nata dalla rivoluzione intellettuale e culturale della fine dell’ancien regime.
1861 I pittori del Risorgimento ha recentemente chiuso i battenti alle Scuderie del Quirinale, un racconto emblematico di un’epoca cruciale della nostra storia, raccontata attraverso le opere dei maggiori artisti del tempo come Francesco Hayez, Giuseppe Molteni, Domenico e Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Federico Faruffini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Odoardo Borrani, Michele Cammarano e Giuseppe Sciuti. Il mito di un impegno civile raccontato da una pittura di storia che narra le vicende degli uomini sul campo di battaglia e il coinvolgimento emotivo dell’intimità degli ambienti domestici e familiari. L’idea di un’Italia unita “aveva accompagnato il pensiero politico italiano da Dante in poi” e con Napoleone il concetto di nazione si era radicato nelle coscienze, nutrendosi nell’Ottocento della passione civile e del “desiderio di libertà”, di quei valori romantici che hanno determinato il Risorgimento e gli eventi cruciali del biennio tra il 1859 e il 1861. Eventi narrati attraverso il segno e i colori di chi quelle esperienze le aveva vissute direttamente sul campo, documentando con appunti e disegni quel clima sanguinoso e appassionato, come Gerolamo Induno che aveva partecipato personalmente alla spedizione di Crimea. Una pittura che illustra e documenta in un verismo dai toni letterari le grandi imprese e le “umane miserie” offrendo la chiave di lettura di una narrazione vicina “alle apparenze del reale” e alla dimensione popolare che “saliva alla ribalta della storia”. Una pittura filtrata dagli ideali patriottici con evidenti fini educativi verso le masse a testimonianza di una identità nazionale a cui l’arte offriva i propri strumenti, come avvenne con l’Esposizione Nazionale Italiana inaugurata a Firenze nel 1861. Un humus poetico che alimentò l’arte ma anche la musica, il teatro e la letteratura per costruire negli italiani la consapevolezza di essere un popolo. Il tema dell’esilio e dell’abbandono alla luce delle continue migrazioni, esprime quei sentimenti di malinconia e di incertezza dovuti alla mobilità geografica e alla fragilità del distacco. Francesco Hayez ha interpretato le insicurezze di questi eventi in Gli abitanti di Parga che abbandonano la loro patria (1826-1831) rievocando i tristi eventi di una vicenda politica che aveva portato la città a chiedere il protettorato britannico alle soglie della fine dell’impero napoleonico, protettorato che sarà poi revocato a causa della riorganizzazione geopolitica dell’Europa durante la Restaurazione. Nell’opera La Meditazione (L’Italia nel 1848), (1851) la riflessione cade sul clima volitivo ma disilluso di un’Italia smarrita e profanata dalle violenze, rappresentata da una figura di donna decisa e sensuale, disonorata nel corpo e forte nella coscienza religiosa. Un’immagine che ricorre anche in Venezia che spera (1861) di Andrea Appiani jr. nella rappresentazione simbolica di una città tradita nelle vesti di una donna umiliata e scomposta. Molti i riferimenti alle piccole e grandi storie, da Il ritorno del marinaio (1866-1870), Ascoltando la notizia del giorno (1864) e la Discesa d’Aspromonte (1863) di Gerolamo Induno, al Ritratto di Giuseppe Garibaldi (1861) di Silvestro Lega, alle raffinate e intime atmosfere domestiche ne Il racconto del ferito (1866) e la Lettera dal campo (1859) di G. Induno. Le cruente visioni di Faustino Joli, il verismo popolare e rivoluzionario di Michele Cammarano e Napoleone Nani e il patriottismo teatrale e narrativo di Giovanni Fattori.

Scritto da Antonella Colaninno

A cura di Fernando Mazzocca e Carlo Sisi con la collaborazione di Anna Villari.

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