Nudo di donna EGON SCHIELE















mercoledì 4 gennaio 2012

WASSILY KANDINSKY LO SPIRITUALE NELL’ARTE




“Per quanto riguarda l’analisi del colore, l’opera di Kandinsky si innesta invece nel solco di una tradizione teorica che dalla fondamentale Farbenlehre di Goethe (1810) e dalle riflessioni di Schopenhauer giunge, attraverso Turner e Delacroix, alla Legge del contrasto simultaneo dei colori di Chevreul (Parigi, 1838) e infine a Henry, Seurat e Signac. A queste ascendenze se ne possono accostare altre: Mallarmè, ad esempio, aveva studiato le relazione fra colore e suono, Rimbaud aveva stabilito un’equivalenza tra vocali e colori, Skrjabin compila tavole di concordanza tra elementi musicali e pittorici.” Elena Pontiggia

“Lo spirituale nell’arte non è stato il manifesto di una corrente, è stato il manifesto di una generazione.” Queste le parole di Elena Pontiggia nella sua postfazione a “Lo spirituale nell’arte”(Uber das Geistige in der Kunst, Insbesondere in der Malerei) un importante volume del secolo scorso, scritto nel 1910 da Wassily Kandinsky (Mosca 1866, Neuilly-sur-Seine, 1944) e pubblicato nel gennaio del 1912. 

Respinto più volte dagli editori per la difficoltà di lettura e per il suo stile “pesante e ingombro”, il volume sarà pubblicato dall'editore Reinhard Piper, grazie a Franz Marc, amico e collega di Kandinski. Kandinsky è noto per essere il padre dell’astrattismo e il fondatore insieme a August Macke e Franz Marc, del movimento d'avanguardia Der Blaue Reiter, nato a Monaco nel 1911 con lo scopo di seguire un percorso spirituale nell'arte, proiettato verso la rappresentazione astratta. 

Nello Spirituale Kandinsky sostiene l’inizio di una nuova epoca fondata sulla spiritualità. I mezzi di ricerca sono le arti, considerate come singole espressioni di un’ "arte monumentale". L’arte, per Kandinsky, è materia dello spirito e, allo stesso tempo, una “creazione della storia” e per tanto non deve restare solo figlia della sua epoca ma essere progressiva e ascendere ad un percorso spirituale in grado di colmare l’oscurità della decadenza in cui viviamo. Un vuoto in cui prendono forma gli spettri delle nostre paure. “L’oscurarsi dell’atmosfera spirituale, la mano che distrugge e guida e provoca una disperata paura, la via smarrita, la mancanza di guida […].” L’anima dell’artista è coinvolta nella creazione a prescindere dalla forma, così come lo scrittore è un profeta e la parola “il suo suono interiore”, e il musicista un vate che traduce “l’anima del presente.” “La musica di Schonberg ci conduce in una regione nuova, dove le esperienze musicali non sono acustiche, ma puramente psichiche.” “I musicisti più moderni, come Debussy, si affidano spesso a impressioni spirituali dettate dalla natura, trasfigurando le immagini in forma puramente musicale.” “Così Maeterlinck è forse uno dei primi profeti, dei primi scrittori, dei primi visionari di quella decadenza […].” La forma diventa uno strumento di ricerca che acquista una vita interiore, si anima di una linfa vitale nel naturalismo e nell’astrattismo traducendo le emozioni attraverso il colore. Kandisky recupera la forza cromatica, il suo effetto psichico e la sua energia, in grado di raggiungere l’anima secondo il “principio della necessità interiore”così che i colori possono accrescere o ridurre il proprio potenziale in base alla forma. Egli distingue il colore in caldo o freddo, chiaro o scuro che può declinarsi in caldo chiaro, caldo scuro, freddo chiaro e freddo scuro. Il colore caldo tende verso lo spettatore come il giallo, “colore folle”, mentre quello freddo come il blu, se ne allontana. Dalla fusione di questi colori si ottiene il verde che blocca il dinamismo dei due colori, una tinta immobile che Kandinsky traduce nel suono del violino e nell’immobilità della borghesia, mentre associa il giallo al suono della tromba e il blu alle note profonde del violoncello. Il bianco è invece il non colore del silenzio, della pausa, della purezza, della creazione. Il nero si traduce nel colore del lutto e della morte. Dalla loro fusione si ottiene il grigio, colore di immobilità come il verde, ma “senza speranza.” Il rosso è invece il colore del calore e dell’irrequietezza, del suono della fanfara. Dalla sua unione con il nero nasce il marrone, un colore pacato che al suo interno mantiene le vibrazioni del rosso. Il rosso unito al giallo crea l’arancione, un colore “serio e salutare”. Dal rosso e dal blu nasce il viola, freddo e serio, “spento e triste.” L’arte dunque, è al di sopra della natura e solo in essa l’artista è libero. Egli deve avere cura della sua anima e imparare ad educarla, perché solo così saprà ascoltarla e rispondere “al principio della necessità interiore.” E’ dall'anima che si raggiunge il bello. L’equilibrio tra forma, colore e necessità interiore determina la costruzione di composizioni melodiche come l’opera le Bagnanti (1895-1905) di Paul Cezanne definita da Kandinski una composizione melodica a ritmo aperto. La lettura dello Spirituale pone riflessioni su una visione dell’arte forse non ancora raggiunta e su un’epoca che non ha ancora sviluppato la capacità di cogliere nella realtà tangibile l’esperienza dello spirito. Un libro di profezie laiche secondo  Elena Pontiggia, “non un trattato di estetica” o “un manuale di tecnica pittorica” ma un libro in cui “misticismo e filosofia dell’arte, meditazioni metafisiche e segreti artigianali si sovrappongono e si confondono […]” ma forse in fondo solo la certezza di una responsabilità e di una speranza ancora a divenire.


Scritto da Antonella Colaninno

Wassily Kandinsky
Lo spirituale nell’arte
A cura di Elena Pontiggia
TESTI E DOCUMENTI
SE srl Milano

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