Nudo di donna EGON SCHIELE















domenica 1 dicembre 2013

MUSEO LABORATORIO DELLA MENTE





di Antonella Colaninno

Ci sono luoghi che raccontano storie di vita, altri che raccontano il lento dimenticarsi del sé dove la vita si perde nei labirinti della psiche umana. Attraverso la rievocazione delle storie e la ricostruzione degli spazi il Museo Laboratorio della Mente racconta il lento degenerarsi della percezione e lo smarrimento per la perdita della memoria. La realtà del disagio mentale nella sua complessità rivive nei portatori di storie e denota la perdita del ricordo, lo scollamento dalla dimensione temporale senza la quale si smarrisce il senso del proprio esistere. Una riflessione sul valore del tempo per costruirsi la propria identità partendo dagli “sguardi degli esclusi", metafora delle esclusioni sociali di tutti i tempi. Una bocca bloccata nell’atto di comunicare aspetta di ascoltare la tua voce per sciogliere la propria, “ha bisogno della tua voce per parlare,” ha bisogno di ascoltare i tuoi suoni per sentirsi, mentre nello specchio cerca di ritrovare la sua immagine. E’importante riscoprire i modi del sentire e collocarsi nel tempo attraverso la memoria che consente di “riconoscersi ogni giorno della vita.” Vite spezzate dal manicomio e gesti di rabbia raccolti in una creatività ossessiva che disegna e incide per affermare la propria “presenza negata” e atti di protesta per rivendicare il diritto alla volontà come quello della paziente Lia Traverso che nei primi anni Settanta mise in atto lo sciopero della fame per poter ottenere l’uso della forchetta e del coltello per chi come loro, privati degli oggetti e dei ricordi, mangiavano con le mani. Un percorso che racconta il disagio emotivo di persone con storie difficili che la psichiatria istituzionale aveva decretato come malati di mente “accomunati da uno stesso infelice destino”ma che i ritratti realizzati negli anni Trenta del secolo scorso da Romolo Righetti, psichiatra del Santa Maria della Pietà evidenziano come le diversità di ogni persona rifiuti l’idea di una indistinta omologazione. Ogni stanza scandisce il percorso di visita e da il titolo alle sezioni in cui è suddiviso l’allestimento: da “entrare fuori uscire dentro” e “la fabbrica del cambiamento” si passa ai “modi del sentire” dove “una successione d’ambienti rimandano uno all’altro in un gioco misto tra alterazioni percettive e preconcetti comuni, perché da vicino nessuno è normale.” Dalla sezione dedicata ai “ritratti”si passa alle “dimore del corpo”sino agli “inventori di mondi”, per terminare con “l’istituzione chiusa” che si raggiunge passando attraverso un corridoio con tre ambienti: la fagotteria, dove i pazienti ricoverati lasciavano in custodia abiti e averi; la stanza del medico e la camera di contenzione. Infine, “la fabbrica del cambiamento”racconta le fasi che portarono alla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico con un’installazione sul caos degli oggetti per raccontare l’epilogo del manicomio e documentare la sua trasformazione in un più adeguato centro di assistenza psichiatrica.

Pubblicato da Antonella Colaninno

Il Museo Laboratorio della Mente è stato realizzato da Studio Azzuro, Museo Laboratorio della Mente, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale A.S.L. Roma E

Piazza Santa Maria della Pietà, Padiglione 6

Roma

Nelle foto: illustrazione dello schema del percorso museale; immagine del manifesto che accoglie il visitatore all'ingresso del Padiglione 6; un lavoro di Studio Azzurro.

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