Nudo di donna EGON SCHIELE















sabato 24 marzo 2012

TINTORETTO


Trafugamento del corpo di San Marco (1562-1566)


Al grande maestro della pittura del Cinquecento Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1519-1594), le Scuderie del Quirinale dedicano una importante mostra, la terza dopo la retrospettiva del 1937 e quella veneziana sui ritratti del 1994. Dal mito al ritratto e alla pittura religiosa, l’opera del Tintoretto impreziosisce le sale delle Scuderie. I suoi ritratti celebrativi non piacevano a Pietro Longhi che affermava di non ricordarne nessuno in quanto anonimi e forse lontani da quella raffinata introspezione psicologica che caratterizza i ritratti di Tiziano. 

Tintoretto raggiunse il suo splendore nel periodo di massima crisi linguistica della pittura veneziana del ‘500 spiega il curatore Vittorio Sgarbi. Riferimenti importanti per la sua pittura furono a Venezia, Tiziano, il toscano Jacopo Sansovino, “architetto e scultore della Repubblica di Venezia”, e Giulio Romano e l’architettura di Palazzo Te a Mantova. Criticato da Pietro Aretino e Ludovico Dolce, fu in competizione con Paolo Veronese ed ebbe buoni rapporti con Giorgio Vasari e Palladio. Poetico e sensibile Tintoretto si impossessa della realtà con la sua particolare visione romantica e uno stile tipicamente veneziano che usa luce e colore e manifesta tutta la spiritualità della controriforma. Molti i riferimenti alla chiesa come Susanna, simbolo della purezza della chiesa, il fico e l’unicorno simbolo di Cristo. Tintoretto fu un autodidatta e iniziò a dipingere facendosi pagare solo le tele e i colori, raccogliendo una copiosa offerta di lavori nella speranza di entrare in contatto con la committenza offerta dalla Repubblica e dalle Scuole Grandi. Occasione che arriverà nel 1562, ben quattordici anni più tardi dal Miracolo dello schiavo, con la commissione dei tre quadri sui miracoli di San Marco per la omonima Scuola Grande su richiesta del medico Tommaso Rangone che sarà ritratto nei teleri. Sia le scuole Grandi che le Scuole Piccole erano impegnate nella organizzazione di concorsi e nella commissione di opere a soggetto sacro. I privati della borghesia imprenditoriale e della aristocrazia commissionavano opere a soggetto profano dove si esaltava la bellezza femminile dove Tintoretto eccelleva più che nei ritratti, benchè mantenne sempre riserbo verso la sensualità delle sue figure. “Soggetti allegorici e languide ninfe nude" furono interpretate con giocosa sensualità nel rispetto della sensibilità della chiesa post tridentina. Tra le opere in mostra Susanna e i vecchioni, il Trafugamento del corpo di San Marco, la Vergine Maria in lettura, la Vergine Maria in Meditazione. Le opere di Tintoretto si caratterizzano per una impostazione scenografica e per una composizione attenta che nulla lascia al caso e che rileva l’importanza della luce e del colore nella plastica delle figure e nella resa emozionale delle atmosfere.


Scritto da Antonella Colaninno

Tintoretto
dal 25 febbraio al 10 giugno
a cura di Vittorio Sgarbi
testi n mostra di Melania Mazzucco
Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio, 16
Roma

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