by Antonella Colaninno
La Repubblica di Weimar è la forma di democrazia tedesca
che dal 1919 al 1933 ha raccolto i frammenti di una società in declino dopo la
fine del primo conflitto mondiale mentre la Germania si preparava all’avvento
del Nazismo, tra le macerie spirituali del degrado morale e dell’”isolamento
umano”. Nella disperazione sociale lo sguardo dell’artista si rivolse
all’esterno, rapito dal dramma della miseria
e dello scenario di morte che contava due milioni di soldati ammazzati e
oltre quattro milioni tra invalidi e feriti di guerra. I 14 anni della
Repubblica di Weimar raccolsero anche le tendenze culturali di una nuova
visione del mondo figlia della modernizzazione e della urbanizzazione oltre che
dello sviluppo tecnologico e industriale, che determinò il “mutamento delle
identità di genere” . “La prima
democrazia tedesca è un fertile laboratorio di esperienze culturali che vede il
tramonto dell’espressionismo, le esuberanti attività antiartistiche dei
dadaisti, la fondazione del Bauhaus e l’emergere di un nuovo realismo,
variamente definito postespressionismo, neonaturalismo, verismo o realismo
magico. In parte ispirati dalla pittura metafisica, i diversi artisti associati a questa nuova figurazione formano un gruppo
eterogeneo e non sono vincolati da un manifesto programmatico, da una tendenza
politica o da un’unica provenienza geografica: ciò che li accomuna è piuttosto
uno scetticismo verso la direzione intrapresa dalla società tedesca e la
consapevolezza dell’isolamento umano che questi cambiamenti comportano”.
Questi artisti rappresentano una nuova oggettività, un realismo a tratti
metafisico e analitico che non lascia spazio alle emozioni , che registra la
realtà con sguardo distaccato lasciando che sia la realtà a raccontare se
stessa. Nella singolare personalità del proprio stile, gli artisti di questo
periodo lasciano emergere il disagio collettivo di identità che si trasformano
e illustrano quegli aspetti del sociale sino ad allora in ombra come
l’omosessualità, la violenza della prostituzione e il vagheggiamento di una
dimensione romantica della sessualità. Le incisioni di Otto Dix rappresentano attraverso
il crudo realismo e la ferocia dei particolari, la devastazione della guerra e
l’arido scenario di morte. Con sarcasmo, l’artista racconta la disperazione degli
sguardi dei protagonisti di “Giocatori di carte”, una partita a tre tra corpi derelitti
e amputati negli arti. Denuncia politica, corruzione del potere, emancipazione
femminile e degrado sociale sono solo alcuni dei temi trattati dalla Neue Sachlichkeit.
Il cambiamento di ruoli, il mutamento
delle identità e la costante urbanizzazione delle città determinano una
alienazione sociale che è possibile rilevare attraverso la resa distaccata dei
soggetti ritratti e dalla fissità dello sguardo nei volti che traduce quell’isolamento
dell’individuo nel proprio spazio esistenziale. Una analisi della società che
ribalta ruoli e valori e lascia emergere tipologie umane sino ad allora
emarginate.
Si pensi alla Margot di Rudolf Schlichter o ai Ragazzi innamorati di Christian Schad che aprono lo sguardo sulla diversità dell’amore, quasi un riscatto della dolcezza contro il dilagare della prostituzione. Spesso questi artisti dipingono episodi legati alla cronaca nera, rappresentano la violenza degli omicidi a sfondo sessuale, e tutto ciò si fissa nell’immaginario collettivo di un’epoca alla ricerca di una dimensione affettiva nel malessere diffuso di un vuoto di valori. La nuova generazione di artisti che la follia del Terzo Reich definirà degenerata, ma che in fondo, ha dato voce aduna rivoluzione espressiva del segno senza mai tradire il proprio sguardo obiettivo e disincantato sul mondo.
Si pensi alla Margot di Rudolf Schlichter o ai Ragazzi innamorati di Christian Schad che aprono lo sguardo sulla diversità dell’amore, quasi un riscatto della dolcezza contro il dilagare della prostituzione. Spesso questi artisti dipingono episodi legati alla cronaca nera, rappresentano la violenza degli omicidi a sfondo sessuale, e tutto ciò si fissa nell’immaginario collettivo di un’epoca alla ricerca di una dimensione affettiva nel malessere diffuso di un vuoto di valori. La nuova generazione di artisti che la follia del Terzo Reich definirà degenerata, ma che in fondo, ha dato voce aduna rivoluzione espressiva del segno senza mai tradire il proprio sguardo obiettivo e disincantato sul mondo.
Pubblicato da Antonella Colaninno
Mostra visitata il 9 maggio 2015
Nuova oggettività. Arte in Germania al tempo della
Repubblica di Weimar 1919-1933
Museo Correr Venezia –dal 1 maggio al 30 agosto 2015
In foto: Museo
Correr Venezia (by A.Colaninno), Christian Schad, Autoritratto con modella, 1927; Margot
di Rudolf Schlichter, 1924; August Sander, Segretaria presso la Radio della Germania Occidentale a Colonia,
fotografia 1931.
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