“Ogni
collezione nasce dal bisogno di trasformare lo scorrere della propria
esistenza in una serie di oggetti salvati dalla dispersione, o in una
serie di righe scritte, cristallizzate, fuori dal flusso continuo dei
pensieri.” Italo Calvino
DI
ANTONELLA COLANINNO
La
carta, come è ben noto, ha avuto un importante sviluppo con la
diffusione della stampa, e, solo negli ultimi decenni, in ambito
artistico, ha visto crescere l'interesse dei collezionisti e del
mercato dell'arte, che per anni l'hanno considerata solo sulla scia
delle “arti maggiori”. Sin da tempi antichissimi, papiro e
pergamena (ma anche carta di gelso e di riso) hanno svolto un ruolo
decisivo come supporto per la scrittura e le immagini. Gli antichi
Exultet, ad esempio, erano grandi rotoli di pergamena che venivano
srotolati al contrario dagli amboni delle chiese in età medievale,
per consentire, a chi non sapeva leggere e scrivere, la comprensione
del testo scritto (che enunciava la formula di benedizione del cero
pasquale) attraverso le miniature illustrate.
La
città di Lugano ha voluto rendere omaggio alla carta e alla sua
versatilità con la prima edizione di WOPART- Work on Paper Fair, la
prima fiera d'arte dedicata esclusivamente alle opere su carta, che
ha proposto una vetrina di lavori che interessa tutte le epoche della
storia dell'arte. La fiera ha voluto riscoprire l'importanza
culturale e l'interesse del collezionismo verso l'opera su foglio che
a lungo è dovuta restare nell'ombra di altre forme d'arte come la
pittura e la scultura. Le opere esposte in fiera, che differiscono
tra loro per tecniche e stile, spaziano dal disegno antico alla
stampa moderna, dal libro d'artista alla fotografia d'autore,
dall'acquerello alle stampe orientali, sino alle carte di artisti
contemporanei. In cinquanta le gallerie internazionali che hanno
partecipato, su selezione, all'evento, scelte da un comitato
scientifico specializzato, presieduto dai giornalisti Giandomenico Di
Marzio e Paolo Manazza, il quale ha spiegato come WOPART sia nata su
modello della rassegna “Bianco e Nero” che, proprio a
Lugano, negli anni Cinquanta del secolo scorso, fu dedicata al
disegno e all'incisione. “Qui a WOPART FAIR vi sembrerà di
visitare almeno dieci musei contemporaneamente”,
ha dichiarato Paolo Manazza che, oltre ad essere un giornalista
esperto in economia dell'arte, è anche un artista informale. Negli
stand erano esposte, infatti, le opere di alcuni dei nomi più
autorevoli della storia dell'arte: dagli acquerelli di Gino Severini,
a quelli di Pablo Picasso, di Henry Matisse, di Vassilji Kandinski e
di Giacomo Balla, accanto alle antiche incisioni di Tiepolo e alle
fotografie d'autore.
La galleria Lia Rumma ha presentato, nel proprio
spazio espositivo, il lavoro preparatorio in carboncino, penna e
inchiostro dell'artista William Kentridge, usato per il fregio di 500
metri realizzato lungo la banchina del fiume Tevere, che corre tra
Ponte Sisto e Ponte Mazzini. Il progetto, eseguito di recente, ha per
titolo TRIUMPHS AND LAMENTS e ripercorre la storia della città
attraverso una sequenza di figure alte fino a 12 metri che ricordano
le vittorie e le sconfitte di Roma, dal mitico Remo ai protagonisti
della Dolce Vita, sino alle vicende di Pier Paolo Pasolini. La fiera
d'arte ha offerto, inoltre, al pubblico, anche un vasto programma di
eventi collaterali, tra mostre e conversazioni con gli artisti.
Cinque le esposizioni allestite all'interno dello spazio fieristico,
tutte incentrate sul tema del ritratto, dall'Ottocento ai giorni
nostri. I ritratti di Palazzo Belgioioso – Quando gli artisti
dipingono gli artisti, a cura di Massimo Pulini, ha
raccolto, in una selezione di 34 disegni, la testimonianza di coloro
che frequentarono il palazzo, che fu salotto borghese e culturale
dell'epoca. Dalla collezione Baratti provengono, invece, le 40 carte
della mostra Caricature a cavallo tra Otto e Novecento –
La vena satirica e lo sberleffo tra maestri del disegno, a cura di
Massimo Pulini. I musicisti di Gianni Maimeri – Una selezione dei
disegni di concertisti da Stravinskij a Toscanini, a cura di Paolo
Manazza, ha offerto, invece, al
pubblico la visione di una ventina di ritratti di artisti che hanno
lavorato alla Scala di Milano negli anni i cui il teatro visse la sua
stagione più gloriosa. La mostra dal titolo Aurelio
Amendola – I volti
dell'arte. Ventidue magistrali ritratti di artisti del Novecento,
a cura di Walter Guadagnini, ha presentato una galleria di ritratti
d'artista contemporanei del secolo scorso, che mostrano non solo la
personalità dei personaggi fotografati, ma anche il cambiamento del
costume nel corso dei decenni. Infine, Oltre l'immagine –
Tempo Memoria Tracce ha reso
omaggio all'artista romano, ma milanese di adozione, Roberto Ciaccio
(1951 – 2014).
Pubblicato da Antonella Colaninno
FOTO: Antonella Colaninno
FOTO: Antonella Colaninno
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