Nudo di donna EGON SCHIELE















lunedì 31 luglio 2017

IL MIO ORIZZONTE DI TRACEY MOFFAT. DAPUNTA HYANG, TRASMISSIONE DI SAPERE DI ZAI KUNING. FOCUS SUL PADIGLIONE AUSTRALIA E SUL PADIGLIONE SINGAPORE ALLA 57.ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE-LA BIENNALE DI VENEZIA

PADIGLIONE AUSTRALIA
57.Esposizione Internazionale d'Arte-La Biennale di Venezia
Il mio orizzonte
Tracey Moffatt

di Antonella Colaninno

Tra le partecipazioni più interessanti della kermesse veneziana c'è, senza dubbio, la presenza del Padiglione Australia. Il mio orizzonte è il titolo scelto dal curatore Natalie King per raccontare il lavoro dell'artista Tracey Moffatt. I suoi pensieri ripercorrono i ricordi dell'infanzia e le esperienze legate agli incontri e alla sua personale vicenda umana, scorrendo sullo schermo in una video-opera inedita per poi fissarsi in immagini immobili di elaborazioni fotografiche. Si tratta di due nuove serie di fotografie e di due video riuniti in un unico lavoro, sviluppati in una toccante drammaticità di interpretazione, tra “sensualità e desolazione”, fascino e mistero, “[…] i suoi personaggi tormentati sembrano alla deriva nel porto silenzioso immerso nella nebbia.” La Moffatt è considerata tra gli artisti di maggiore successo del panorama del contemporaneo. La sua ricerca sviluppa una riflessione su diversi campi d'indagine, come la sessualità, la razza, il genere e lo spaesamento. “[...] le toccanti narrazioni sollevano a livello globale la questione dei viaggi della disperazione degli esseri umani, il loro varcare i confini e il senso di appartenenza […].” “La mia fantasia risiede nel mio strano cervello – riesco ad andare in luoghi che non ti sogneresti mai, anche standomene seduta ferma!” La fotografia finisce così, per fondersi con i linguaggi del teatro e del cinema, spostandosi tra staticità e movimento. Cresciuta in una famiglia adottiva in un sobborgo operaio di Brisbane, la Moffatt mostra un precoce interesse per le immagini, affascinata dalla fluidità con la quale lasciano confluire emozioni, “Succede a volte nella vita di riuscire a vedere ciò che viene sull'orizzonte.”
Pubblicato da Antonella Colaninno 

PADIGLIONE SINGAPORE
57. Esposizione Internazionale d'Arte-La Biennale di Venezia
Dapunta Hyang, Trasmissione di sapere
Zai Kuning

di Antonella Colaninno

L'artista multidisciplinare Zai Kuning reinventa in una grande installazione la storia del viaggio del re malese Dapunta Hyang nel regno di Srivijaya durante il VII secolo, per rappresentare Singapore alla 57a Esposizione Internazionale d'Arte-La Biennale di Venezia. Entrando nello spazio espositivo dell'Arsenale, il pubblico resta affascinato dal grande scheletro di una nave che riempie l'intero spazio della sala. Il racconto dell'imbarcazione, costruita di soli rattan, cera e corda, parla della vita della gente di mare dell'Arcipelago di Rau. Il lavoro di Zai è un'importante ricerca sui molteplici significati della storia di questi luoghi e della loro complessa identità culturale. La barca sospesa appare riemergere “da un mare di alluminio” con il suo carico di fantasmi del passato. L'installazione “esplora uno dei racconti meno noti del sud-est asiatico che narra di Dapunta Hyang, primo re malese di quello che un tempo fu un impero potente: una egemonia dispiegata negli attuali stati di Indonesia, Singapore, Malaysia, Tailandia, Vietnam e Cambogia, e che esercitò una immensa influenza politica, economica e militare. Eppure, nonostante la sua preminenza nell'antico mondo malese, Dapunta Hyang è una figura obliata, dissolta nel tempo con l'arrivo dell'Islam e dei successivi dominatori.” Zai è il primo artista visuale a interessarsi del racconto, dopo un lungo e impegnativo lavoro di studio. Dal 2001 ha stabilito un dialogo con gli orang laut, primi abitanti di Singapore, il cui stile di vita è perfettamente integrato alla natura. Tra gli orang laut è diffusa la pratica del mak yon, una “tradizione pre-islamica di teatro lirico che ha radici buddiste e indù.”   

Pubblicato da Antonella Colaninno

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