Nudo di donna EGON SCHIELE















venerdì 14 maggio 2010

FORTUNATO DEPERO E LA GALLERIA CAMPARI




DI ANTONELLA COLANINNO

E' stata inaugurata a Sesto San Giovanni la Galleria Campari, un museo disegnato da Mario Botta che ospita opere di Fortunato Depero, Ugo Nespolo e Bruno Munari. Con l'apertura dello spazio espositivo è stata allestita una mostra dedicata a Fortunato Depero (1892-1960) per celebrare i 150 anni di storia-Campari; un sodalizio tra arte e impresa di cui Depero è stato l’ideatore, lavorando con la storica azienda dal 1926 al 1936. Nel 1932 Depero realizzò la storica bottiglia del Campari soda, mentre nel 1926 dedicò a Campari la tela intitolata Squisito al selz che fu esposta in occasione della Biennale di Venezia. “Un solo industriale è più utile all’arte moderna e alla nazione che 100 critici d’arte o 1000 inutili passatisti”, dichiarava Depero proprio in quegli anni.
L'artista iniziò a realizzare i suoi primi lavori a soli quindici anni, quando frequentava la Scuola reale elisabettiana di Rovereto, un istituto simile ad una scuola di arti applicate. La sua pittura infatti, esprime la severità e l’ordine della cultura mitteleuropea e il gusto per la citazione tipico della tradizione artistica e letteraria italiana. Depero è, inoltre, attento allo studio dei volumi, sciolti, ormai,dagli incastri tipici del cubismo e accostati tra loro in libere relazioni  di rapporti cromatici, nei quali il colore crea un plasticismo pittorico attraverso le larghe campiture a tinte piatte. Nel marzo del 1915, insieme a Balla, Depero lancia il Manifesto “Ricostruzione futurista dell’universo”, definendosi un astrattista futurista e aprendosi, così, ad una nuova fase del futurismo che supera quella di Balla e di Boccioni. 
Verso la fine del primo decennio del Novecento, Depero fu il promotore, insieme allo scrittore e poeta svizzero Gilbert Clavel, del teatro plastico, e realizzò, in questo ambito, le coreografie per i balli plastici, un'esperienza importante che influenzerà la sua produzione artistica a partire dagli anni Venti del secolo scorso. Le opere di questo periodo rivelano una maggiore scomposizione dei volumi e delle figure che diventano delle pure stilizzazioni meccaniche, come si può notare nei lavori intitolati Prismi lunari (1932), Alto paesaggio d’acciaio (Alba e tramonto sulle Alpi) (1927). Si tratta di opere spesso monocromatiche nelle quali si creano vere architetture di luce.
Dopo la personale a Roma nel 1919, presso la Galleria Bragaglia, e dopo la partecipazione all’Esposizione Nazionale Futurista alla Galleria Moretti di Milano, Depero ritornò, sempre nello stesso anno, a Rovereto, dove fondò la Casa d’arte futurista. In realtà, le case d'arte futurista si diffusero un po’in tutta Italia, a partire dal 1918, con l’obiettivo di creare un design futurista nell'ambito delle arti applicate, con particolare attenzione per gli arazzi, che Depero definiva quadri di stoffa. Il suo interesse per il design, e per l’applicazione dell’arte al prodotto industriale, lo porterà a lavorare per imprese quali Verzocchi, San Pellegrino, e Bianchi. Ma sarà il sodalizio con Campari che segnerà una svolta decisiva nel rapporto tra arte e tecnica, tra creatività e industria, e troverà nel linguaggio pubblicitario una forma immediata e consumistica di fare arte. Nel 1928 Depero si trasferì a New York dove illustrerà copertine e lavorerà nel settore della pubblicità. Scriverà:"Il giorno avanza sensibilmente. Dalla fitta nebbia si vedono spuntare come magiche apparizioni, in alto strette pareti regolarmente foracchiate, come pezzi di gigantesco scatolame turrito. Sono i grattacieli che si vedono vagamente lontani”. E’ qui che il suo sogno futurista farà i conti con la realtà e con una società in crisi d'identità, che paga la corsa al progresso con la frenesia di una vita spesso priva di slanci, sempre in corsa con il tempo. Il suo rientro in Italia coincise con il recupero della tradizione e dei valori, che si riflette in una pittura più malinconica e dimessa nei toni. Nel 1959 sarà inaugurata a Rovereto la Galleria Museo Fortunato Depero. Fortunato Depero morirà il 29 ottobre 1960. Oggi la Casa d’Arte futurista Depero è una delle sedi del Mart, unico museo in Italia dedicato ad un esponente del futurismo.

Pubblicato da Antonella Colaninno

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