Nudo di donna EGON SCHIELE















mercoledì 13 febbraio 2013

MARINO MARINI: L’ARCAICO





“Viaggiando per l’Italia, a Roma, a Venezia, a Padova, non mi ero mai impressionato alla vista di monumenti equestri, ma Bamberg, in Germania, mi fece una grande impressione, forse perché nasce in un mondo di fiaba, lontano da noi, in un angolo sperduto…” Marino Marini  

DI ANTONELLA COLANINNO

Se le forme fossero irriducibili al presente, l’Arcaico mondo di Marino Marini (1901-1980) sarebbe la perfetta sintesi di una prospettiva storica che guarda alla classicità come ricerca antropologica. La figura umana attinge da un archetipo primordiale nella sua linearità geometrica e nella sua severa frontalità e, allo stesso tempo, anche nelle morbide volumetrie. Nei cavalli e cavalieri la contemporaneità della linea, così originale ed energica, si ispira al modello classico del Marco Aurelio a cavallo, che si ripropone, idealmente, nella scultura dell’Enrico II di Bamberg. 

Una figura, quella dell'imperatore, che colpì profondamente Marini, per il suo essere decontestualizzata da qualsiasi tempo storico e per questo, sempre di grande attualità. Il passato percorre il presente, nella continua ed inesauribile ricerca, attraverso nuove forme, della sua rivelazione. Nelle sculture di Marino Marini si avverte una tensione latente e, a volte, oscura, che rivela le inquietudini di un artista che ha vissuto le contraddizioni del suo tempo.

Il Museo Archeologico di Bologna ospita sei opere di Marino Marini, in un allestimento che, come una strana caccia al tesoro, invita a ricercare le sculture dell’artista toscano tra i reperti di arte egizia, etrusca e greco romana. Le sculture di Marini trovano la propria collocazione tra le opere della collezione permanente, in un percorso di armonie elettive che esclude ogni nota di dissonanza. Il piccolo Nudo del 1929 si confonde tra le sculture egizie del piano interrato, mentre il ritratto dello scultore Fausto Melotti campeggia al centro della sala che ospita la collezione Etrusco-Italica. Al piano terra, è collocata l’imponente scultura del Cavaliere (1949) e, proseguendo, alla fine della ricca Gipsoteca, la grande figura della Pomona (1945), che, con le sue abbondanti rotondità, ricorda le primitive statue di terracotta propiziatorie di fertilità.  
Pubblicato da Antonella Colaninno

Anche nel 2012, Marino Marini resta lo scultore italiano più quotato in ambito internazionale. 937 mila sterline (1,1 milioni di euro) per un Cavaliere del 1947 acquistato in un’asta londinese di Sotheby’s. Sempre da Sotheby’s a New York Piccolo cavaliere del 1947 è stato aggiudicato a 782 mila dollari (590 mila euro). (Fonte: ArteFiera Bologna)


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