DI ANTONELLA COLANINNO
"Outside the gate to the City of Free Love he met a peasant and he questioned about the city.
-Yes, said the peasant, this is a state within a state. It is free and has free laws. Some of the laws say that people should stay awake and drink at night and sleep during the day.
Marriages are made without any priest or fuss - a marriage does not last for more than three years, otherwise they are punished - and they can also in fact make marriages for two or three days - An idealist-
-Yes, you see, let me tell you, they have brought Heaven down to Earth. No chains will bind free love - Long live Free Love!" (The City of Free Love - Edvard Munch)
“Beware of the Holy Whore: Edvard Munch, Lene Berg and the dilemma of the Emancipation” è il progetto organizzato dall’ OCA (Office for Contemporary Art Norway) e dalla Fondazione Bevilacqua la Masa per rappresentare la Norvegia alla 55 Biennale di Venezia.
La
Norvegia, nel 1913, è stata la seconda nazione europea, dopo la Finlandia, a
consentire il diritto di voto alle donne, ma, già dal 1884, è stata impegnata sul fronte della
tutela dei diritti delle donne sul lavoro. Un passo importante per il cammino
verso l’emancipazione, che però ha rappresentato una frattura sia per la cultura
dominante dell’epoca che per l’identità individuale. Tutto questo ha coinciso, storicamente, con lo sviluppo
industriale e con la conseguente crisi dei valori della società contadina, fondata sulla
stabilità dell'educazione religiosa. Un percorso ancora in atto per molti Paesi, che ha segnato il grande conflitto tra società
di massa e individuo, in una via senza uscita che ha condotto in molti casi, alla perdita dell’orientamento.
Il film della regista Lene Berg, proiettato nella prima sala della Fondazione Bevilacqua La Masa, apre il percorso della
mostra. Il film è montato su una particolare regia dove il ruolo dei protagonisti è allo stesso tempo, anche un
non ruolo. Esso, infatti, si svolge nella storia non-storia di un triangolo tra due uomini e una donna, che finisce col
confondere i ruoli nel tentativo di cercare l’unità nella frammentarietà
dell’individuo, cercando il
raggiungimento di una vita diversa che resta però segnata dall’isolamento.
Luogo
visitato il 31 maggio 2013, in occasione della mia partecipazione alla inaugurazione
della 55 Biennale d’Arte di Venezia.
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