Nudo di donna EGON SCHIELE















lunedì 17 giugno 2013

ROY LICHTENSTEIN SCULPTOR



di Antonella Colaninno


"Di fatto le sulture di Lichtenstein sembrano impregnate di un'esperienza del vuoto, prediletta nelle culture orientali. [...] Avvicina l'immagine ad un'entità oltrepassabile fatta di sola luce, simile ad un'emissione proiettata sul muro, come un'ombra cinese. Risulta quasi una coagulazione di spazio, vicina alle vetrate medievali, perchè fatta di spazi barrati o delineati da contorni, ma attraversabili." Germano Celant


 Il Magazzino del Sale alle Zattere con le sue mura cinquecentesche, è oggi sede della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova. 


Le antiche volte dei Magazzini si colorano con le forme stravaganti delle sculture di uno dei maestri della Pop Art americana: Roy Lichtenstein, ripercorrendo quel filo immaginario che Emilio Vedova propose come strumento di dialogo tra la sua esperienza artistica e quella dei grandi artisti contemporanei. Sempre negli ambienti dei Magazzini infatti è in permanenza la mostra i "...Cosiddetti Carnevali..." un ciclo sul carnevale che il maestro veneziano realizzò a partire dalla fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 che documenta le suggestioni delle maschere dei carnevali del mondo durante i suoi viaggi in Nord Europa, Brasile e Messico. La mostra Roy Lichtenstein Sculptur a cura di Germano Celant, con gli allestimenti di Francesca Fenaroli dello Studio Gae Aulenti Associati e realizzata grazie alla collaborazione della Roy Lichtenstein Foundation di New York, presenta una serie di 45 opere tra disegni, bozzetti, collage, moquettes, modelli e sculture tutti realizzati tra il 1965 e il 1997, provenienti dalla fondazione americana oltre che da importanti musei e collezioni private. Una grande vetrina che passa attraverso echi di modernismo e di surrealismo ma con un gusto espressionista nell'uso del colore. La scultura di Roy Lichtenstein consuma il proprio plasticismo sino a perdere il senso del volume e a identificarsi con la superficie di uno spazio bidimensionale. La linea disegna una figura che si riempie attraverso gli spazi colorati, sottile e morbida essa si esprime nel disegno del fumetto e della cartellonistica pubblicitaria. Onde sinuose e linee rette sono elementi decorativi raffinati ed ironici decontestualizzati da qualsiasi entità di spazio e di tempo che ripercorrono l'idea "dell'appiattimento dei mass media." Una comunicazione "di superficie"che si svuota di contenuti e si smaterializza di fronte a qualsiasi rifermento con la realtà. "Di fatto l'emozionalità e l'esperienza della realtà lasciano campo ad un'informazione visuale e concettuale, la cui configurazione è indeterminata e indefinibile, priva di identità perchè multiforme ed aperta. Il reale si volatilizza e si sviluppa in un'alternativa immaginaria che elude ogni identificazione, a parte quella di essere ripetuta all'infinito: una prestazione dello stesso che vive di apparenza più che di sostanza" (Germano Celant). Nelle sculture c'è tutta la seduzione della grande macchina dell'industria culturale. I mass media filtrano la società ma la svuotano di contenuti, proponendo una dimensione surreale quale unica alternativa possibile in cui identificarsi, leggera e sognante, distante dalle contingenze reali. L'appiattimento dei volumi è la risposta alla volontà di annullare la partecipazione alle cose e il loro stesso spessore. Una sensorialità effimera ed entusiasta che si traduce nella trasparenza della forma e nella dimensione puramente materica degli spazi. L'immagine si espleta nella immediatezza della sua rappresentazione come nel mondo magico ed illusorio della comunicazione di massa dove ciò che conta è solo la potenza dell'immagine e la velocità del suo potere di fascinazione. L'assenza di tridimensionalità rappresenta la mancanza di adesione alla realtà mentre la forma si esalta nel valore assoluto della decorazione fermandosi allo stato superficiale delle cose, priva di concretezza e di azione.

Pubblicato da Antonella Colaninno

Luogo visitato il 31 maggio in occasione della mia partecipazione alla inaugurazione della 55 Biennale d'Arte di Venezia.

In foto: locandina della mostra; "House II, 1997; Roy Lichtenstein; "Sleeping Muse, 1983.


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