Nudo di donna EGON SCHIELE















martedì 30 agosto 2011

L’AMORE E LA SESSUALITA’



Amore e Psiche Francois Gèrard (1770-1837) Parigi, Louvre




O promessa sposa, il tuo corpo è pieno di grazia e i tuoi occhi di miele,
sul tuo volto seducente si diffonde amore;
è certo Afrodite che ti ha distinta tra tutte le donne. (Saffo)

Georges Duby (Parigi, 1919 – Aix en Provence, 1996) è stato tra i maggiori studiosi di Medioevo, professore di Storia Sociale del Medioevo nel Collège de France, interessato allo studio degli aspetti antropologici della ricerca storica. Nel volume L’amore e la sessualità (L’amour et la sexualitè) edito da Dedalo (Bari, 1986), Duby raccoglie una serie di saggi di Jean Bottèro, Guy Chaussinnand-Nogaret, Alain Corbin, Robert Delort, Paul Faure, Jean-Louis Flandrin, Roger-Henri Guerrand, Arlette Lebigre, Francois Lebrun, Jacques Le Goff, Maurice Lever, Sara F. Matthews-Grieco, Claude Mossè, Anne Marie Moulin, Philippe Perrot, Marie-Claude Phan, Michel Rey, Daniel Roche, Michel Rouche, Maurice Sartre, Jacques Solè, Michel Sot, Francoise Thèbaud, Paul Veyne, tracciando le linee guida di una storia della sessualità e dell’arte di amare, nel tentativo di ricostruire il cambiamento del costume nelle epoche. Ne vien fuori uno spaccato inedito e non sempre facilmente ripercorribile attraverso le fonti. Spesso mancano le fonti scritte e questo induce il curatore a pensare che si tratti di un fenomeno legato al pudore di alcune società.“Il compito più arduo rimane indubbiamente quello dell’interpretazione di queste rare vestigia, della ricostruzione dei lenti movimenti che intuiamo, nel cuore di una formazione morale di cui non percepiamo che la superficie, e che di tanto in tanto le fanno cambiar pelle.” Nella nota all’edizione italiana il professor Raffaele Licinio scrive: “è una storia delle trasformazioni che, nel corso dei secoli, hanno subìto l’arte di amare e le abitudini erotiche ed affettive nell’Occidente europeo, una storia dunque degli atteggiamenti sociali e delle mentalità.” “…le società del passato hanno avuto una forte reticenza a lasciare testimonianze dirette sull’amore e sul sesso e le fonti che ci sono giunte…sono state filtrate e selezionate dalla cultura “ufficiale”di ogni epoca.”
Un viaggio nel tempo che inizia con la civiltà mesopotamica, tra le prime insieme a quella egizia, ad aver “conosciuto ed utilizzato la scrittura”(3000 a. C.), pur non essendosi preoccupata di lasciare per iscritto testimonianze “sui loro sentimenti più intimi.” Bottèro ci svela che la vita affettiva seguiva le vie tradizionali del matrimonio finalizzato alla procreazione e quelle erotico-sessuali del puro piacere; un uomo poteva prendere in casa anche più donne oltre ad avere concubine. I costumi sessuali dei greci prediligevano l’omosessualità che veniva praticata anche nella sua variante pederastica, senza pregiudizio alcuno e si accompagnava a pratiche eterosessuali. Questi amanti potevano condurre una doppia vita e dividere gli affetti familiari con i giochi amorosi. Molti sono i documenti tra epigrammi, biografie, testi di natura filosofica e scene dipinte sui manufatti ceramici a darcene testimonianza e a rilevare gli “ambienti colti e agiati”nei quali avvenivano. Saffo di Lesbo, autrice di versi erotici ispirati alle donne, è “la poetessa senza bellezza”nata a Mitilene città dell’isola di Lesbo, attivo polo commerciale. Anche la società femminile dell’antica Grecia ricorreva a pratiche omosessuali e di pederastia scrive Claude Mossè, benché poco si sa sulla vita delle donne della aristocrazia. Nella società romana, gli schiavi non potevano sposarsi ed il matrimonio era vissuto come un dovere civico nel quale l’intesa della coppia non era una prerogativa fondamentale. “Sposarsi è un dovere per il cittadino.” “Se si vuol essere un uomo per bene, bisogna fare all’amore solo per avere figli: sposarsi non serve ai piaceri carnali.” Per Seneca, scrive Paul Veyne, “il matrimonio è un rapporto di amicizia”, e non bisognava … “trattare la propria moglie come una prostituta.” Michel Rouche ci informa sulle qualità poligame di Carlo Magno “principe tra due civiltà”, cristiano e difensore delle tradizioni del popolo franco. La chiesa che lo aveva consacrato al trono imperiale (fu incoronato imperatore a Roma la notte di Natale dell’800) non approvava le sue abitudini sessuali e rivendicava l’obbligo alla fedeltà coniugale. Per questo, scrive Rouche, nel 813 nel concilio di Magonza, la Chiesa prese rigide misure per contrastare “la violenza che nasceva dalla poligamia”contro l’usanza germanica che “mirava a rafforzare il potenziale guerriero di ogni lignaggio”.
“Si trattava soprattutto di impedire che l’uomo, per conservare i legami tra due famiglie, sposasse la sorella della prima moglie, oppure, per evitare la dispersione della propria famiglia, sposasse la vedova del fratello o dello zio, o la propria nipote, o la propria cugina.” “L’erotica cortese”spiega Jacques Solè, è un insieme di tradizioni autoctone e della civiltà arabo-andalusa. I poeti di queste regioni cantavano gli amori spirituali degli innamorati e la sottomissione dell’uomo alla donna amata, in contrapposizione alla pratica diffusa dell’adulterio interconiugale. Di provenienza popolare era l’usanza di concedere alle spose l’intimità con uno spasimante per uno o più giorni, sotto l’occhio consapevole del marito. Nelle canzoni francesi si recita: “voi mi avrete domani; questa notte è per il mio amante.”
Il volume curato da Duby, non tralascia alcuni aspetti legati alla sessualità, come la contraccezione, che si afferma in Francia verso la metà del XVIII secolo sviluppandosi soprattutto negli anni della Rivoluzione e gli aspetti sociali dell’adulterio nella Francia del 1700 dove il rapporto tra serva e padrone finirà per acquistare i toni di una vera relazione passionale. E ancora, la condanna della masturbazione non solo sul piano morale ma anche su quello scientifico, e della sodomia praticata in “cerimonie segrete” in XVIII secolo e di cui si trova testimonianza scritta nei documenti degli archivi di polizia dell’epoca. Nella sottile analisi di Francoise Thèbaud la paura della gravidanza diventa nel XIX secolo uno strumento di ricatto per le donne e soprattutto di moralizzazione sociale. Si guarda con timore all’emancipazione sessuale e alla sicurezza con la quale molte donne vivono liberamente la sfera della propria sessualità. Thèbaud pone la riflessione su quanto questo argomento abbia creato una frattura nel movimento femminista, tra coloro come Madaleine Pelletier (1874 – 1939) che considerava la maternità una “trappola”, e chi invece, la considerava “l’apogeo della individualità femminile” come Madeleine Vernet (1878 – 1949). Di particolare interesse è il saggio di Maurice Lever sul processo di Oscar Wilde che parallelamente alla sua tranquilla vita matrimoniale (era padre di due figli), conduceva una vita libertina dedita alla omosessualità, che scandalizzò tutta la società puritana del tempo, offesa dal fatto che Wilde, in questa scandalosa attività non avesse barriere sociali sulla scelta dei suoi partners che appartenevano alle classi più basse della società. Lo scrittore inglese fu coinvolto in un processo dal quale ne uscì sconfitto. Lever scrive che … "la sua omosessualità risulta in gran parte da una scelta estetica. Per lui, l’estetismo non costituisce soltanto l’opzione di fondo dell’artista, quella che giustifica la sua indipendenza, al tempo stesso morale e sociale, in nome dell’ “arte e per l’arte”. E’in primo luogo un’etica, l’arte di vivere in perfetta comunione con l’idea del Bello così come ce l’hanno trasmessa l’arte e il pensiero greci.” Un saggio di Maurice Lever affronta il tema dell’antifemminismo dal Medioevo alla Rivoluzione francese sottolineando la posizione moderna di Cornelio Agrippa (De nobilitate et praecellentia foemini sexus, 1529) considerato “il primo vero teorico della superiorità della donna.”
Sara F. Matthews-Grieco svela invece, il disprezzo che il Rinascimento ha nutrito per le donne. Il mezzo di diffusione della misoginia fu la stampa che veicolò l’immagine di una donna ribelle che si veste di potere ironizzando sulla mancata superiorità dell’uomo. “Un’incisione parigina del 1557, Le donne salano i mariti per guarirli dalla troppa dolcezza, ridicolizza gli uomini troppo docili…”

Scritto da Antonella Colaninno


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