Nudo di donna EGON SCHIELE















giovedì 20 ottobre 2011

BESTIARIO LIBRO DELL’ATTESA. CRISTINA GARDUMI VINCITRICE PER LA SEZIONE PITTURA DEL PREMIO CELESTE 2011.





Il bestiario umano di Cristina Gardumi (Roma, 1979) rivela una affinità straordinaria con il mondo animale. Il silenzio dei luoghi è la visione interiore, è il senso di un’attesa, è il viaggio individuale di una prospettiva collettiva verso le forme arcaiche della dimensione spirituale. Le emozioni si raccontano nel simbolismo discreto di una illustrazione che ricorda il fragile mondo di JEAN MICHEL FOLON. La nudità svela l’energia positiva dell’istinto e il senso di una purezza antica, libera dalle contaminazioni della mente.
Figure dal tratto sottile, dal volto animale e dal corpo umano, evocano l’affinità tra l’uomo e la bestia, metafora delle molteplici associazioni di pensiero. Il volto felino trova il suo corrispondente nell’audace sensualità di un corpo femminile, mentre la testa di un piccione accompagna la sua metà umana nella solitudine di un viaggio senza tempo, nel simbolismo di una strada immaginaria e di una valigia. Il disegno dell'esile corpo di una donna con la testa di coniglio si unisce alla sagoma di un compagno misterioso e racconta la sottile tensione di un orgasmo. Il mondo animale è dunque la metafora dell’agire umano, un luogo comune di associazioni nell'infinità di similitudini che pongono l’essere umano distante dalla perfezione della natura. La sensualità felina, il piccione viaggiatore e la promiscuità della sessualità di alcuni roditori sono chiari riferimenti della nostra appartenenza ad un mondo dal quale deriviamo ma che l’evoluzione e il tempo hanno portato lontano. Nella Gardumi c'è la volontà di riscoprire nell’istinto uno stimolo alla vita, di superare il limite culturale che conduce i sogni alla deriva della vita. La metamorfosi rappresenta la volontà di riappropriarsi del desiderio, ascoltando l’energia purificatrice della nostra istintività.

Scritto da Antonella Colaninno

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