"Amo ferocemente, disperatamente la vita. E
credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il
sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più
micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito
insaziabile.
Come finirà tutto ciò? Lo ignoro." Pier Paolo Pasolini
Come finirà tutto ciò? Lo ignoro." Pier Paolo Pasolini
di Antonella Colaninno
Una vita contro eppure dentro la storia quella di Pier
Paolo Pasolini, vissuta a braccia aperte ma con a fianco l’ombra del
sospetto e la fierezza di un pensare
senza veli. Un intellettuale, un artista, e una grande passione per il cinema e
l’arte ma forse, una cosa sola: un grande poeta. Ma chi era Pier Paolo Pasolini
davvero, quale il suo ruolo per la storia oggi e quale per quella a lui
contemporanea. Una vita vissuta nel mezzo, tra antico e moderno, tra amore e odio,
tra slanci e repulsioni, tra vita di provincia e desiderio di cambiamento, tra la miseria del sottoproletariato e la sete
di conoscenza, tra riflessione e azione. Quando la storia di un intellettuale
incontra le storie dei “ragazzi di vita” delle borgate romane lì, tutto
incomincia.
Quattro capitali europee raccontano l’autenticità di una figura complessa come quella di Pasolini attraverso quattro mostre che celebrano l’unicità del suo pensiero: Barcellona, Parigi, Berlino e Roma, la città che lo ha “adottato” e che gli ha dato fama e oblio. Pasolini arriva a Roma nel 1950, negli anni del dopoguerra, del Neorealismo, della Dolce vita e della tradizione della Scuola romana, dove le energie creative convivono accanto alla miseria e al degrado morale, dove l’attrazione per la città e la voglia di allontanarsi lo legheranno alla capitale in un rapporto passionale di umori contrastanti. Roma offrirà a lui bellezza e successo ispirando le trame dei film e dei suoi romanzi ma, allo stesso tempo, le difficoltà economiche al suo arrivo in città lo porteranno tra le vite dell’umanità dispersa delle borgate, tra quel sottoproletariato di cui racconterà le miserie quotidiane interpretandole in chiave poetica.
Radicali le sue posizioni sul malcostume della società italiana che si avvia al declino culturale e morale, quando tutto il male del mondo appare sotto tutta la bellezza del mondo, quando la bellezza dimentica la propria immagine per vestirsi di abiti che gli altri vogliono farle indossare, quando la borghesia diventa vittima della propria ricchezza e la povertà si piega sotto il peso della propria incapacità a reagire. Vittima delle proprie idee, Pasolini sarà condannato alla persecuzione dei poteri forti e dell’informazione che cercherà di demolire la sua immagine anche alla luce della sua diversità sessuale, sino all’assassinio nel 1975. La mostra romana ricostruisce l’intricata vicenda umana e professionale di Pasolini artista ripercorrendo i luoghi, gli amori, l’impegno e le vicende drammatiche che hanno contrassegnato la vita di un personaggio scomodo. Citazioni di poesie e pensieri personali, oggetti, disegni, fotografie,dipinti e materiale inedito, filmati e interviste in cui Pasolini si racconta aprono un percorso ricco di spunti e di riflessioni sulla sensibilità profonda, fragile e inquieta di un uomo che ancora oggi resta per molti un mistero.
Quattro capitali europee raccontano l’autenticità di una figura complessa come quella di Pasolini attraverso quattro mostre che celebrano l’unicità del suo pensiero: Barcellona, Parigi, Berlino e Roma, la città che lo ha “adottato” e che gli ha dato fama e oblio. Pasolini arriva a Roma nel 1950, negli anni del dopoguerra, del Neorealismo, della Dolce vita e della tradizione della Scuola romana, dove le energie creative convivono accanto alla miseria e al degrado morale, dove l’attrazione per la città e la voglia di allontanarsi lo legheranno alla capitale in un rapporto passionale di umori contrastanti. Roma offrirà a lui bellezza e successo ispirando le trame dei film e dei suoi romanzi ma, allo stesso tempo, le difficoltà economiche al suo arrivo in città lo porteranno tra le vite dell’umanità dispersa delle borgate, tra quel sottoproletariato di cui racconterà le miserie quotidiane interpretandole in chiave poetica.
Radicali le sue posizioni sul malcostume della società italiana che si avvia al declino culturale e morale, quando tutto il male del mondo appare sotto tutta la bellezza del mondo, quando la bellezza dimentica la propria immagine per vestirsi di abiti che gli altri vogliono farle indossare, quando la borghesia diventa vittima della propria ricchezza e la povertà si piega sotto il peso della propria incapacità a reagire. Vittima delle proprie idee, Pasolini sarà condannato alla persecuzione dei poteri forti e dell’informazione che cercherà di demolire la sua immagine anche alla luce della sua diversità sessuale, sino all’assassinio nel 1975. La mostra romana ricostruisce l’intricata vicenda umana e professionale di Pasolini artista ripercorrendo i luoghi, gli amori, l’impegno e le vicende drammatiche che hanno contrassegnato la vita di un personaggio scomodo. Citazioni di poesie e pensieri personali, oggetti, disegni, fotografie,dipinti e materiale inedito, filmati e interviste in cui Pasolini si racconta aprono un percorso ricco di spunti e di riflessioni sulla sensibilità profonda, fragile e inquieta di un uomo che ancora oggi resta per molti un mistero.
Pubblicato da Antonella Colaninno
In foto: una sequenza di immagini di Pasolini regista ed
un suo autoritratto.
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