Nudo di donna EGON SCHIELE















sabato 9 aprile 2011

LORENZO LOTTO

                                          
     La Castità mette in fuga Cupido e Venere, 1529-1530
                         
 Nozze mistiche di santa Caterina con i santi Girolamo, Giorgio, Sebastiano, Nicola di Bari e Antonio abate, 1524
                        Madonna col Bambino e i santi Caterina d'Alessandria e Tommaso, 1528-1530


"Lorenzo Lotto non dipinge il trionfo dell’uomo sulle cose circostanti; ci presenta gente che domanda consolazioni dalla religione, a calmi pensieri, all’amicizia e agli affetti. Ci guarda dalle tele come chiedesse la carità di un po’ di simpatia.” (Bernard Berenson, Pittori veneziani del Rinascimento, 1894).


Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 - Loreto, 1556) è considerato il pittore delle atmosfere e di una pittura atmosferica. Artista schivo e solitario, giunge a Roma nel 1509 lasciando gli ambienti della provincia veneta e marchigiana. Marche, Lombardia e Veneto conservano ancora oggi la maggior parte delle opere dell’autore, troppo moderno nel suo linguaggio per essere “estraneo”al suo tempo e troppo sensibile nella sua finezza pittorica per essere inserito in una precisa definizione storica. Fu autore di ritratti, pale d’altare, opere religiose e profane caratterizzate da una luce torbida, velata di mistero e di dolcezza malinconica che consente attraverso la realtà di giungere alla dimensione spirituale delle cose. 
Le inquadrature a nicchia chiudono ed enfatizzano le scene sacre di gusto naturalistico, tra “la mischia un po’ plebea, di corpi e comportamenti obbligati”che pur denotano una propria originale individualità in un senso di attesa. Volumi morbidi e leggeri colti nella naturalezza di una posa non retorica e corpi pudichi nello svelare le loro emozioni interpretano un linguaggio moderno, distante nella narrazione dai canoni estetici della classicità nel quale la critica ha voluto cogliere riferimenti protocaravaggeschi nel particolare uso della luce e direi anche, nel tentativo di superare un naturalismo di genere a vantaggio di una narrazione spontanea e sciolta dal rigore formale. Possiamo cogliere nel biancore marmoreo di alcune figure, come negli sfondi scuri e nei riferimenti paesaggistici echi della pittura fiamminga quattrocentesca (I santi Lucia e Vincenzo Ferrer e i Santi Caterina da Siena e Sigismondo nel Polittico di San Domenico, 1506-1508); ma anche riferimenti a Tiziano, Raffaello e a Giovanni Bellini nella Madonna col Bambino e i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso, 1528-1530. Una pittura “concitata”(Marco Vallora) per una immagine che scorre in un' azione comune sottesa e rarefatta attraverso una gestualità autoreferenziale. Quella di Lorenzo Lotto è sicuramente la pittura delle relazioni umane, colta e commovente, poetica, intellettuale e accattivante nei ritratti e sensuale e maliziosa nella pittura profana (Venere con Cupido mingente, 1540-1541; Apollo addormentato con le muse in fuga, 1545-1549; La Castità mette in fuga Cupido e Venere, 1529-1530). Lorenzo Lotto fu un’artista molto discusso nel suo tempo; Pietro Aretino, in una lettera indirizzata all'artista, lo definiva “superato nel dipingere”; mentre non fu molto considerato dalla critica e dal mercato contemporaneo: le sue biografie complete furono quelle di Carlo Ridolfi “Le meraviglie dell’arte”del 1648, e quella del 1871 di Crowe e Cavalcasello, nonostante sue opere fossero presenti in importanti collezioni reali in Italia e all’estero. Solo nel 1900 Lotto sarà annoverato tra i pittori più importanti della pittura veneta del 1500. La mostra in corso alle Scuderie del Quirinale intitolata semplicemente Lorenzo Lotto, a cura di Giovanni Federico Villa è un interessante percorso che consente di ammirare uno tra gli artisti più rappresentativi delle pittura del Rinascimento italiano. Un’importante vetrina che accompagna il visitatore tra le opere religiose e quelle a carattere profano attraverso capolavori come l’Annunciazione, 1534-1535, opera di originale sintesi narrativa, e il Polittico di San Domenico, 1506-1508 con la sua fusione tra classicismo e modernità e ancora l’Elemosina di Sant’Antonio, 1542, e la Madonna in trono col Bambino e i santi Giuseppe, Bernardino da Siena, Giovanni Battista e Antonio abate e angeli (Pala di San Bernardino), 1521. Infine, la raffinatezza di opere come Madonna col Bambino e i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso, 1528-1530, e le Nozze mistiche di Santa Caterina con i santi Girolamo, Giorgio, Sebastiano, Nicola di Bari e Antonio abate. Tra i ritratti, il celeberrimo Ritratto del vescovo Bernardo de’ Rossi, 1505; il Triplice ritratto di orefice (Bartolomeo Carpan?), 1530, il Ritratto di uomo con cappello di feltro, 1541. Tra le opere a soggetto profano, La Venere con Cupido mingente, 1540-1541 che svela una lettura fortemente allegorica e simbolica e che consente di rilevare al meglio quella “dialettica tra virtus e voluptas”che caratterizza questo genere di lavori, e ancora le sensuali interpretazioni di opere come La Castità mette in fuga Cupido e Venere, 1529-1530, e La Fortuna infelice abbattuta dalla Fortezza, 1545-1549.

Scritto da Antonella Colaninno



Lorenzo Lotto
Roma, Scuderie del Quirinale
2 marzo – 12 giugno 2011
a cura di Giovanni Carlo Federico Villa

catalogo edito da Silvana Editoriale

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