Nudo di donna EGON SCHIELE















martedì 23 ottobre 2012

VERMEER IL SECOLO D'ORO DELL'ARTE OLANDESE



di Antonella Colaninno

Il 1600 non fu soltanto il secolo d’oro dell’arte, ma tutta la società olandese visse un periodo di grande splendore con lo spostamento dell’asse economico dal Mediterraneo ai mari del Nord. La ritrovata indipendenza dalla Spagna e l’affermarsi della libertà del Calvinismo incisero profondamente sulla cultura di questi territori che stavano assistendo alla grande crescita delle classi imprenditoriali e all’ascesa della società borghese.
L’arte olandese riflette così la vitalità e il
rigore di questi cambiamenti del pensiero e della società, in un momento storico che annuncia la nascita del Barocco e la vittoria della Controriforma sul malcostume della chiesa cattolica.
Solo sulla base di queste trasformazioni possiamo considerare la grande fioritura dell’arte olandese che ha lasciato una testimonianza raffinata della ricchezza culturale delle regioni del nord Europa. Il Barocco, che secondo alcuni studiosi non è presente nell’arte olandese del Seicento, fu invece interpretato alla luce del rigore
calvinista e delle influenze francesi che qui giunsero per mezzo degli ugonotti e che probabilmente, finirono per sovrapporsi alle tendenze e al gusto culturale imperanti sul territorio. Resta però nell’arte olandese una grande attenzione per la realtà, per le emozioni e soprattutto per la luce che è alla base dello studio di questa pittura. Le sue atmosfere raffinate privilegiano il gusto per il particolare, per le tematiche della famiglia, per le scene di interni, e per le attività musicali e intellettuali, ma anche per le scene di corteggiamento, per gli scorci di strade e di vita quotidiana. La resa delle emozioni è sempre rappresentata con garbo e pudore, così vicina ad un realismo raffinato e di genere.

La mostra in corso a Roma presso le Scuderie del Quirinale offre un percorso di studio sul secolo d’oro dell’arte olandese e sul suo massimo esponente, Johannes Vermeer. Otto dei 40 dipinti realizzati da Vermeer sono accompagnati dalle opere di altri nomi importanti della pittura olandese del Seicento: Pieter de Hooch, Emmanuel de Witte, Cornelis de Man, Ludolf de Jongh, Jacob Ochtervelt, Eglon van der Neer, Pieter Janssens Elinga, Gabriel Metsu, Frans van Mieris, Quirijn van Brekelenkam, Gerrit Dou, Gerard ter Borch, Hendrick van der Burch, Hendrick van Vliet, Caspar Netscher, Godfried Schalcken, Michiel van Musscher, Carel Fabritius, Michiel Sweerts, Gabriel Metsu, Adriaen van Osrade, Jacob van Loo, Nicolaes Maes, Jan van der Heyden, Daniel Vosmaer, Egbert van der Poel, Anthonie de Lorme. Ciascun artista interpreta con uno stile personale le tematiche comuni di questa grande “scuola”olandese. La perfezione tecnica dei pavimenti di Pieter de Hooch, il realismo degli orditi dei tappeti di Gabriel Metsu, la bellezza dei volti di Gerrit Dou e l’impeccabile realismo di Johannes Vermeer. Il percorso espositivo si snoda tra le dieci stanze delle Scuderie e si apre con l’opera “La stradina” (1658 ca.) di Jan Vermeer (Rijksmuseum, Amsterdam), uno scorcio poetico della cittadina olandese che ritrae una donna intenta al lavoro quotidiano, che rappresenta quell’ideale di virtù domestica che le donne olandesi del tempo consideravano “un valore molto elevato.” Il percorso espositivo si chiude con un altro dipinto di Vermeer “Allegoria della fede”conservato al Metropolitan Museum of Art di New York. “La figura femminile rappresenta la Chiesa Cattolica ed è tratta da due figure allegoriche del famoso testo -Iconologia- di Cesare Ripa (Roma, 1603; Dutch ed., Amsterdam, 1644), Ripa si riferisce alla Fede con –il mondo ai suoi piedi- e Vermeer rende letteralmente questa nozione utilizzando un globo olandese del 1618 […]”
Gabriel Metsu, Uomo che scrive una lettera

Pubblicato da Antonella Colaninno


VERMEER
Il secolo d’oro dell’arte olandese
27 settembre 2012 – 20 gennaio 2013
Scuderie del Quirinale – via XXIV Maggio, 16
Roma




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