Nudo di donna EGON SCHIELE















giovedì 17 marzo 2016

PEGGY GUGGENHEIM ART ADDICT. IL DOCUMENTARIO SULLA VITA DELLA GRANDE COLLEZIONISTA

di Antonella Colaninno

Peggy Guggenheim Art Addict è il documentario della regista Lisa Immordino Vreeland sulla vita della grande collezionista statunitense. La Vreeland costruisce il documentario attraverso materiale inedito: l’ultima intervista rilasciata da Peggy a Jacqueline B. Weld, autrice della biografia “Peggy.The Wayword Guggenheim”, con la voce della collezionista che racconta aneddoti ed episodi della sua vita privata e professionale. Il montaggio inserisce una sequenza di foto e filmati d’epoca e brevi episodi nei quali galleristi, critici e curatori di oggi affermano l’importanza storica di Peggy Guggenheim nel mondo dell’arte contemporanea:


“Peggy è stata il collegamento tra modernismo europeo e americano, tra surrealismo ed espressionismo astratto”, racconta Jeffry Ditch, mercante d’arte e curatore. “Io sono stata come una storica” affermava la stessa Peggy, consapevole di aver svolto un ruolo importante come ponte tra le avanguardie americane e quelle europee. Figura bohemien, Peggy è stata pioniera nell’emancipazione femminile nel suo desiderio di stare al passo con una società che riconosceva all’uomo libertà di scelta e di decisione. Fu infatti donna libera, mecenate e amante dei suoi artisti; svolse un ruolo importante alla vigilia del secondo conflitto mondiale, aiutandoli a fuggire dall’Europa per evitare le persecuzioni naziste ai pittori modernisti. Grazie ad un amico spedizioniere, portò in salvo in America anche le opere della sua collezione che il Louvre aveva rifiutato di conservare. Man Ray, Pablo Picasso, Jean Cocteau, Constantin Brancusi, Marcel Duchamp, sono solo alcuni tra gli artisti e intellettuali che Peggy frequentava e  supportava economicamente, come nel caso di Jackson Pollock, a cui pagava l’affitto di casa per arginare le sue tendenze autodistruttive, e lasciare che esprimesse serenamente la sua creatività. Fu lei a scoprirlo su segnalazione di Piet Mondrian e a credere per prima nel valore della sua arte: commissionò a Pollock il grande pannello per l’ingresso della sua casa di Venezia, considerato una carta da parati per la ripetizione di alcuni elementi decorativi del disegno. Alcuni di loro diventarono suoi compagni di vita (Max Ernst fu il suo secondo marito) e suoi mentori come Herbert Reed. John Holms, l’intellettuale inglese alcolizzato, scomparso a soli 36 anni, vittima di una banale operazione al polso, fu il grande amore della sua vita. Peggy ebbe un background familiare segnato da molti lutti: il padre Benjamin Guggenheim morì a bordo del Titanic, Pegeen, la figlia pittrice nata dal matrimonio con lo scrittore Laurence Veil, morì malata di depressione a causa di una overdose di farmaci nel 1967, a soli 42 anni, sua sorella Benita invece, morì di parto mentre i suoi nipoti caddero misteriosamente da un edificio. 
                                                                                Pegeen Veil Guggenheim
Ma ancor prima dei suoi artisti, “lei stessa fu la più grande creazione”, e Peggy era consapevole dell’importanza del suo ruolo nell’arte. Visse tra Parigi, Londra, New York e Venezia, dove ebbe la cittadinanza onoraria nel 1962. Pensavano di lei che fosse una pazza e dei suoi artisti che non avessero un futuro, ma il suo ruolo di collezionista e mecenate dell’arte è ormai consacrato alla storia dell’arte che non avrebbe avuto continuità senza il suo impegno. Peggy Guggenheim realizzò il sogno di creare un museo d’arte contemporanea a Venezia, acquistando all'asta Palazzo Venier dei Leoni dopo la guerra ad un prezzo concorrenziale. La sede sul Canal Grande, che fu all’epoca abitazione privata della collezionista, è oggi parte della Solomon R. Guggenheim Foundation. Peggy (1898-1979) è sepolta in un’urna nel giardino dell’abitazione dove sono sepolti anche i suoi 7 cani.


Pubblicato da Antonella Colaninno

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