Nudo di donna EGON SCHIELE















venerdì 30 luglio 2010

"I segreti della città proibita - Matteo Ricci alla corte dei Ming"


Casa dei Carraresi 24 ottobre 2009 / 9 maggio 2010



di Antonella Colaninno


Si è conclusa lo scorso maggio a Treviso a Casa dei Carraresi la terza mostra sulla Cina dal titolo “I segreti della città proibita. Matteo Ricci alla corte dei Ming”. Dal 24 ottobre sino al 9 maggio 2010 è stato possibile ammirare 350 reperti fra gioielli, porcellane, dipinti, statue in oro e mobili della Cina databili tra il 1368 e il 1644, provenienti dalle collezioni dei palazzi imperiali. Per l'occasione, è stato attivato un percorso virtuale che ha consentito al visitatore di percorrere i luoghi della città proibita di Pechino, una reggia fatta costruire da Yongle, terzo Imperatore della Dinastia dei Ming tra il 1406 e il 1421. La mostra, voluta da Fondazione Cassamarca e dal suo presidente Dino De Poli, presentava una sezione dedicata a Matteo Ricci, il gesuita italiano astronomo e matematico che introdusse le scienze occidentali a corte all’inizio del XVII secolo. E’ importante ricordare il grande impegno apostolico dell’ordine dei gesuiti fondato da Ignazio Da Loyola nel 1539 che ha contribuito alla ricostruzione morale della chiesa post tridentina e alla evangelizzazione delle popolazioni del nuovo mondo. Loyola presentò a papa Paolo III i punti dell’istituto che intendeva costituire e nel settembre del 1540 con la Bolla Regimini militantis Ecclesiae fu istituito l’ordine chiamato Compagnia di Gesù. Matteo Ricci svolse la sua azione missionaria in Cina dal 1582 al 1610; scoprì che la Cina coincideva con il Catai descritto da Marco Polo e si occupò della diffusione di questa cultura attraverso i suoi scritti, contribuendo ad avvicinare l’Europa all’Impero cinese. Nelle carte geografiche cinesi inserì l’Europa e l’America e collocò l’Asia al centro disegnando a destra le Americhe e a sinistra l’Europa e l’Africa. La figura di Ricci all’interno della mostra è ricostruita attraverso rarissimi documenti autografi e meccanismi per lo studio dell’astronomia provenienti da collezioni ricciane di Macerata, città natale del gesuita, e dal Museo dell’Astronomia di Roma.


NOTA DEL CURATORE ADRIANO MADARO. Le Grandi Mostre “La via della Seta e la Civiltà Cinese”, ospitate a Casa dei Carraresi a Treviso, sono il frutto di una felice intuizione del Presidente di Fondazione Cassamarca on. Dino De Poli che le ha fortemente volute. Anticipando gli scenari internazionali, che hanno visto il rapido sviluppo del continente asiatico, egli ha indicato nella Cina prima, e nell’India poi, i due grandi protagonisti del XXI secolo che hanno cambiato velocemente la geografia del mondo. Dopo il successo delle prime due edizioni del 2005 e del 2007, il progetto espositivo ( promosso in collaborazione con l’Accademia Cinese di Cultura Internazionale di Pechino) prosegue nel 2009 con la Mostra dedicata alla Dinastia dei Ming. L’organizzazione delle Grandi Mostre di Casa dei Carraresi è affidata a Sigillum, la società che ha già realizzato le rassegne dedicate alla Nascita del Celeste Impero (2005-2006) e a Gengis Khan (2007-2008)


Casa dei CarraresiInaugurato nel 1987, dopo un grande intervento di recupero e restauro compiuto da Cassamarca, il complesso Casa dei Carraresi - Ca' dei Brittoni rappresenta un punto di riferimento ormai imprescindibile per il panorama culturale trevigiano. Centro congressi ed esposizioni di Cassamarca, nel 2000 è stato acquistato dalla Fondazione che, come avvenuto per Ca' Spineda, ha inteso così assicurare alla città la fruibilità del bene. La moderna sala convegni e le sale espositive sono infatti concesse gratuitamente alla cittadinanza e sono da anni sede delle grandi mostre nazionali ed internazionali della Fondazione. Nel solo anno 2000, Casa dei Carraresi ha ospitato 242 avvenimenti (tra convegni, mostre, incontri, concerti, ecc.) e circa 340.000 visitatori, confermando un crescendo di presenze e interesse. L'edificio, risalente al XIII secolo, dopo il sapiente restauro conservativo, coniuga con grande armonia la vetusta struttura (ricca di decorazioni e affreschi nelle sale dei Brittoni) e la nuova funzione degli ambienti, sottolineata da una simbiosi tra antichi e nuovi materiali. Il risultato è un antico involucro (2670 mq circa), che racchiude modernità ed efficienza al servizio della città.

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