Nudo di donna EGON SCHIELE















domenica 11 luglio 2010

A PROPOSITO DI EROS....



"Dell’erotismo si può dire, innanzitutto, che esso è l’approvazione della vita fin dentro la morte".
Georges Bataille, L’erotismo, 1957.



di Antonella Colaninno

Il corpo femminile e maschile svela i suoi segreti nelle forme plastiche e nei disegni dei grandi pittori della contemporaneità in un percorso attraverso l’immaginario dell’uomo moderno. Alberto Boatto ripercorre insieme ai grandi artisti del Novecento i luoghi della rappresentazione dell’Eros Mediterraneo, nelle specificità delle aree geografiche e soprattutto culturali. La nudità, presente da sempre nell’arte come elemento caratterizzante del costume e della società, ha assunto nei secoli significati differenti. Nelle società preistoriche la sessualità di ordine cosmico garantiva la sopravvivenza nella dialettica maschile e femminile, nell'idea di un amore libero finalizzato all’esclusivo piacere personale. La fertilità era legata prevalentemente alla sessualità femminile e si esprimeva attraverso una rappresentazione macroscopica delle rotondità del corpo della donna. Nelle società greco-romana invece, si ha un ribaltamento dei ruoli: non più una sessualità in cui uomini e donne sono uguali, ma una predominanza dell’uomo a cui ora si attribuisce l’idea stessa di fertilità. L’omosessualità era riconosciuta e praticata nella Grecia antica e gli amori maschili sono largamente rappresentati nell'arte specie nel periodo arcaico e classico. Erotismo e fertilità si rivelano nei riti di iniziazione rappresentati sulle pareti delle ville pompeiane, come l’affresco della villa dei Misteri. Con l’avvento del Cristianesimo si assiste ad una condanna della sessualità in alcuni suoi aspetti, come ad esempio la nudità, l’omosessualità e la sodomia.
Ci sarebbe molto da raccontare nel ripercorrere la storia attraverso i secoli sino a giungere a quella contemporaneità così eterogenea e profonda a cui dedica attenzione il volume “Eros mediterraneo”. Un percorso nell’arte del Novecento”, con il suo viaggio ideale tra i grandi movimenti della storia dell’arte che hanno rappresentato il cambiamento della cultura e del pensiero. Nel surrealismo di Magritte e di Mirò, l'eros è vissuto nella dimensione dell'inconscio in una forma che si ripete e tende a dissolversi, e nei giochi di colore di Matisse. In Picasso, l’eros è nel segreto che unisce il pittore e la modella. L’atto del dipingere si identifica con spregiudicatezza con l’atto erotico.“L’arte non è mai casta”affermava Picasso. In Picasso, scrive Boatto, ritroviamo “riunite tutte le composizioni plastiche del piacere, dall’insorgere del desiderio al culmine dell’orgasmo”. La modella è l’arte stessa, c’è una equivalenza tra pittura ed erotismo e Picasso sovrappone il pennello dell’artista al fallo dell’uomo, per questo il suo eros è prepotente e aggressivo, Picasso parla di “convulsioni corporali”, di “manomissioni del corpo”.“Picasso manovra il pennello come se dipingendo consumasse quell’amplesso che l’età gli impedisce di consumare”(Alberto Boatto). In Matisse invece, l’erotismo è nel colore, nella danza che si “apre al mondo”, protesa leggera tra terra e aria. “E’la materia che smuove il fondo sessuale degli uomini”(Matisse), proprio nel suo espandersi attraverso i colori del Mediterraneo. Le sue odalische sono “docili schiave per la voluttà del pittore”. La “Poltrona rocaille”(1946) è un corpo di donna morbido e sinuoso, animato dalla sensualità del colore e della decorazione.
Nei nudi di Modigliani la sensualità è nel corpo, nel suo mostrarsi nella sua esplicita voluttà. I nudi di donna sono figure plastiche scolpite nel colore, creature così fatali e provocanti da essere censurate alla prima personale alla galleria Berte Weill di Parigi nel 1917. Corpi attraenti e volti con occhi privi di sguardo, come specchio di un animo invisibile all' dell'artista, affascinato solo da una bellezza morbida e seducente. Modigliani usa colori caldi e luminosi, definiti da un profilo nitido e asciutto. In Pierre Bonnard l’eros comunica attraverso atmosfere soffuse e intriganti. La donna si svela  all'artista nell’intimità di gesti quotidiani dedicati alla cura del corpo, mentre osserva l’immagine della propria bellezza riflessa in uno specchio. Un erotismo malinconico che non esplode come quello picassiano, protagonista discreto della propria femminilità. L’opera “Nudo nel bagno”o “Nudo nella vasca” del 1937 riecheggia motivi di natura simbolista e l’acqua rappresenta un elemento purificatore, espressione dello scorrere del tempo. L'efebo è l'ideale estetico nell'erotismo di Filippo De Pisis, che incarna la perfezione della bellezza greca. L'artista esalta la bellezza maschile nella dolcezza desiderabile di creature efebiche, che nella grazia e nella perfezione delle forme, nulla hanno della virilità maschile. E' il “demone”dell’erotismo che si nasconde dietro le sembianze dell’innocenza. Nell'erotismo di Francis Bacon la sessualità viene esibita ed inquadrata da uno spazio aperto e ben definito, delimitato da un profilo geometrico, mentre in Rodin, l'erotismo è sempre esplicito anche se velato dallo schizzo di una linea che disegna e nasconde, che racconta senza mai narrare in prima persona, dissimulando con pudore sensazioni e piaceri.
I pittori mediterranei disegnano l’apparenza del corpo attraverso l’esclusività della forma e il protagonismo del colore diversamente dagli artisti mitteleuropei per i quali l’eros diventa la forza di una denuncia espressa in una pittura emotiva ed analitica. Il naufragare de “La sposa del vento”di Kokoscha è la visione delirante della metafora del rapporto amoroso, mentre la prostituta di Kirchner traduce nell’erotismo la degenerazione morale della sessualità. Infine l'eros di Egon Schiele dolce e ossessivo nella sua fragile innocenza lascia che l’impulso alla morte sia più forte di quello alla vita. “Il sentimento appare chiuso, senza altra possibilità di sbocco, nel compiacimento auto erotico, mentre la vita interiore oscilla fra una notevole dose di nevrosi e una dose di pari narcisismo”. C’è una dimensione psicologica del nudo, non più solo voyeuristica, l'erotismo delirante di un corpo che si ritrae su se stesso e si espande nello spazio nell'autentica ostentazione del sesso. La rotondità della forma è in contrasto con la muscolatura agile e nervosa, espressione di quel clima di decadenza dell'Austria in preda ad un'ansia di rinnovamento che trova spazio nel continuo desiderio in bilico tra la vita e la morte.


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