Nudo di donna EGON SCHIELE















domenica 19 settembre 2010

HIROSHIGE IL MAESTRO DELLA NATURA



di Antonella Colaninno


Hiroshige dedicò la sua carriera artistica al tema del paesaggio e fu definito“the artist of mist, snow and rain" da Mary McNeil Fenollosa, moglie del primo specialista di arte giapponese Ernest Fenollosa, per il suo talento nel rendere le atmosfere delle stagioni, e dunque tutta quella fenomenologia legata all'alternarsi del ciclo stagionale. Nell’estetica giapponese, la presenza umana si inserisce con le sue architetture nel contesto paesaggistico e viene rappresentata all’interno di quella particolare asimmetria di composizione scenica che caratterizza l’arte giapponese, basata sul principio di armonia e di compenetrazione tra l'uomo e la natura. La figura umana assume una presenza marginale nel paesaggio e nel giardino giapponese che è naturocentrico. Infatti, nella filosofia buddhista, come nella dottrina religiosa dello Shintoismo, l’uomo non prevarica la natura, diversamente da quanto accade nel pensiero cristiano, dove, invece, l’uomo entra in rottura con la stessa nel giardino dell’Eden, perdendo qui la sua purezza di essere creato a immagine e somiglianza di Dio, sporcandosi del peccato originale. Nella filosofia giapponese c'è la visione di un cosmo unitario, non c’è, infatti, un Dio creatore, ma una energia universale che genera due forze distinte, dalla cui interazione si creano gli elementi naturali, tra cui anche l’uomo. L’armonia tra gli elementi raggiunge la massima espressione nel giardino, che diventa luogo ideale di questa esperienza spirituale ed estetica assoluta. Nella sua rappresentazione c’è un senso di quiete e di sospensione, e, al suo interno, le figure non assumono un ruolo rilevante e si integrano pienamente al contesto naturale, poiché ogni elemento risale al principio unitario, e nulla ha un senso se non nella dialettica del diverso. La cultura giapponese fa riferimento alla filosofia come esperienza assoluta di vita, e nell'arte di Hiroshige questa profondità di pensiero trova una sua esemplificazione, una sua sintesi. La popolarità del maestro giapponese fu tale che le sue illustrazioni furono riprodotte in moltissimi esemplari, per far fronte alla crescente richiesta di mercato. Inoltre, le sue stampe di paesaggi trovarono grande diffusione anche con lo sviluppo dei pellegrinaggi verso le mete di culto scintoiste e buddiste. La crescente trafficabilità degli itinerari coincise, infatti, con l’aumento della diffusione di queste stampe che ritraevano i luoghi della spiritualità. Le illustrazioni di Hiroshige tendono a sconfinare in una dimensione ideale. Questo particolare aspetto caratterizza la tradizione figurativa giapponese che si ispira all’arte classica e alla sua dimensione puramente ideale. Anche il movimento e il colore si compenetrano in questo gioco della diversità, dando vita a composizioni di rara eleganza, come Luna piena su Takanawa (della serie Vedute famose della capitale orientale, 1831-1832), La luna vista attraverso le foglie d’acero (della serie Tra le ventotto visioni della luna, 1832); e Paesaggio intorno al monte Kano nella provincia di Kazusa (1848-1854). Hiroshige è considerato uno tra i maggiori rappresentanti dell’Ukiyo-e, un genere artistico molto amato dagli impressionisti, nato nel XVII secolo ed esauritosi nel XIX, un genere tutt'altro che popolare, che si ispirava alla società urbana del tempo e ai piaceri mondani e che trovò diffusione attraverso la stampa seriale. Oltre al genere di paesaggio, Hirosighe si dedicò anche a un tipo di pittura ispirata al mondo faunistico e floristico, il genere della kacho-e. Realizzò circa duecento Kacho-e di formato lungo e stretto, di rara eleganza e poesia. Questa profondità di sentimento del maestro giapponese si traduce, tecnicamente, nella leggerezza del disegno in negativo di alcuni elementi che contrastano con le zone luminose e creano, a livello percettivo, una intensa e commossa partecipazione sensoriale. A partire dagli anni ’40-’50 dell’Ottocento, Hirosighe dedicò maggiore attenzione alla figura umana, in particolare alla grazia della figura femminile. L’uso della linea sinuosa si fa più intensa e l’atmosfera di pace è resa pittoricamente attraverso l'elemento luminoso, sia nel chiarore delle vedute diurne, in opere quali: Amashinoda nella provincia di Tango e Sazaki e la piana di Jumantsubo presso Fukagawa (1857), e sia nella profondità delle visioni notturne in Veduta notturna di Saruwakacho (1856) e La strada di Saruwakacho.

Pubblicato da Antonella Colaninno 



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