Nudo di donna EGON SCHIELE















sabato 2 ottobre 2010

MAXXI. MUSEO DELLE ARTI DEI XXI SECOLO.



di Antonella Colaninno


A pochi mesi dalla sua inaugurazione, il MAXXI è già una star internazionale. Il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo ha suscitato non poche polemiche soprattutto perché è nato in una fase storica particolare nella quale le politiche culturali di questo governo hanno previsto tagli notevoli a molti beni culturali italiani. Pensare così, ad una nuova struttura solleva riflessioni sulla modalità degli investimenti nel settore culturale che vede tra l’altro, a rischio la sopravvivenza di molte altre realtà già esistenti. Il museo è stato pensato come luogo della sperimentazione e della ricerca della multidisciplinareità delle arti. All’interno del MAXXI sono presenti le due istituzioni museali del MAXXI arte e del MAXXI architettura, primo museo nazionale di architettura presente in Italia, ognuna con le proprie collezioni . La mia visita al MAXXI del 28 settembre in occasione del Convegno Internazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giulio Carlo Argan ha suscitato in me grande curiosità. Gli spazi del MAXXI accompagnano il visitatore in un percorso dove la creatività crea sentieri di stravaganti suggestioni. Lo spazio architettonico è lo spazio del pensiero della contemporaneità e delle emozioni individuali che traccia un sentiero dell’immaginario e dell’intangibile, di ciò che è possibile ma non reale, intenso ed ineffabile. Lo spazio è il luogo fisico della rappresentazione ma anche il luogo di una dimensione intellettuale dove nascono le idee. Il piano terra del MAXXI ospita una retrospettiva dell’architetto Luigi Moretti, dal razionalismo all’informale, con una serie di tempere su tavola che raffigurano Palazzo del Littorio (1934-1937), il Ministero degli Affari Esteri (1939-1940), l’Accademia di Scherma (1933-1936), e il Gran Teatro all’Esposizione Universale (1938-1943). Proseguendo, si giunge alla sezione Moretti e i suoi contemporanei, con una serie di opere di alcuni degli artisti più rappresentativi del Novecento italiano, a ricordare l'attività di Moretti come mercante d'arte e critico, nonchè di grande collezionista: il Nudo di Francesco Furini, artista fiorentino del Seicento italiano, un’opera di Carla Accardi del 1954, Superficie 106 di Giuseppe Caporossi del 1954 e Superficie 456 (1952-’62), una composizione in bianco e nero concepita secondo un ordine razionale che svela un universo di particelle incapsulate viste al microscopio. Salendo al piano superiore si incontrano le decadenti visioni di Avish Khebrehzadeh con il suo romanticismo noir. Il surrealismo ironico e poetico dei russi Ilya ed Emilia Kabakov con Where is our place? (2003) si presenta come una strana dimensione spazio temporale che supera i limiti di uno spazio circoscritto proiettandosi nella possibile certezza di una dimensione onirica ironica e irriverente. Enormi tele occupano solo in parte gli spazi della stanza, in una dimensione che oltrepassa i confini reali ponendo una riflessione sui limiti della conoscenza e della percezione del mondo. L’installazione di Giulio Paolini propone una figura naturale in gesso ispirata ad un personaggio del 1700 in tre ruoli diversi, quello dell’artista, del modello e dello spettatore, osservando gli aspetti che intercorrono tra i differenti ruoli. Preparing the Flute è un teatrino di disegni animati ispirati al Flauto Magico di Mozart realizzato da William Kentridge. E’una sorta di camera oscura nella quale si muovono come ombre cinesi personaggi di animazione, usciti dai disegni e dai pastelli dell’artista. Susanne e Tine di Vanessa Beecroft riflettono sul ruolo della donna e sulla crisi della sua identità femminile nell’immagine effimera dell’esaltazione del proprio corpo. Infine, le inquietanti distorsioni metafisiche di Gino De Dominicis, tra purezza della linea e valore assoluto del colore. L’Immortale di De Dominicis, curato da Achille Bonito Oliva rappresenta l’immortalità della materia e la sua continua metamorfosi attraverso strane creature e atmosfere underground. Un antinaturalismo che deforma l’immagine accentuandone il potere comunicativo e il valore suggestivo, ma che soprattutto si allontana da ogni verosimiglianza con “i linguaggi tradizionali”.

Nessun commento:

Posta un commento