Nudo di donna EGON SCHIELE















lunedì 29 novembre 2010


MUSEI IN MUSICA A PALAZZO SIMI
AMBRA PER AGAMENNONE



In occasione dell’appuntamento Musei in Musica promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Palazzo Simi, sede del Centro Operativo dell’Archeologia di Bari ha organizzato lo scorso 20 novembre un incontro sull’ascolto della musica greca del VI secolo a. C. presentato dal professore Francesco Scoditti. La serata ha offerto tra l’altro, una visita guidata alla mostra Ambra per Agamennone, allestita negli spazi di Palazzo Simi e del Museo Storico Civico. Nell’incontro si è voluto sottolineare la presenza di un forte Ethos musicale nella antica società greca le cui leggi difendevano la musica e facevano della musica stessa uno strumento di persuasione alla formazione civica e morale del cittadino. Infatti, nella musica erano presenti quattro diverse armonie, ad ognuna delle quali era attribuito un diverso sentimento: armonia dorica, le cui note miravano ad effondere un sentimento di forza e di esaltazione; un’ armonia frigia che induceva invece, alla dolcezza; un’armonia lidia serena e conviviale e infine un’armonia miselidia dal carattere lamentoso. Lo stesso Platone sosteneva che l’armonia della musica conducesse a buona vita. Nell’antica Grecia c’era una grande partecipazione corale della collettività alla musica, era un dovere del cittadino ateniese partecipare ai cori delle tragedie, così anche ai simposi. I poeti musici erano pagati su commissione per inneggiare con le loro musiche gli atleti vincitori. La Grecia antica disponeva di un' importante tradizione musicale di cui oggi ci sono giunti solo una sessantina di frammenti. Una musica che non si basava su una armonia di accordi ma su una linea melodica complessa che possiamo considerare avanzata. Lo strumento ripeteva lo stesso suono della voce all’unisono e all’ottava. Durante la serata è stato possibile ascoltare quattro brani musicali tra cui il noto Epitaffio di Sicilo datato tra il I secolo a. C. e il II secolo d. C. Si tratta di una frase melodica di quattro versi giambici riportati su una stele funeraria lignea ritrovata in Anatolia. E’ considerata dagli esperti la melodia più bella dell’antichità.  A conclusione, l’ascolto di un inno cristiano di III secolo d. C.
La mostra dal titolo Ambra per Agamennone racconta l’incontro tra il mondo egeo e la nostra penisola. I Micenei esplorarono il Mediterraneo spostandosi dall’Egeo verso lo Ionio e l’Adriatico attraverso una fitta rete di rapporti commerciali con la Puglia tra il 2000 e il 1000 a. C. interessati soprattutto all’ambra proveniente dalle regioni del Baltico. Un ricco scambio di rapporti documentato da 300 reperti in mostra provenienti dalle aree archeologiche della regione e dai siti lungo la rotta adriatica; tra i reperti in mostra alcuni dischi aurei da Roca e una serie di ornamenti in ambra, avorio e pasta vitrea.


Scritto da Antonella Colaninno





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