Nudo di donna EGON SCHIELE















venerdì 23 novembre 2012

LA FARMACIA NELLA TERRA DI FEDERICO II



di Antonella Colaninno
MOSTRA DI CERAMICHE, STRUMENTI, UTENSILI, RICETTARI DELL’ARTE FARMACEUTICA. 

Nelle librerie delle spezierie erano conservati i testi di farmacopea, prontuari che elencavano i principi chimici, la posologia, le indicazioni e le controindicazioni degli estratti medici. La mostra“La farmacia nella terra di Federico II” racconta attraverso i materiali esposti, la storia di più di un secolo di farmacopea (1892-2010). Nel 1892 venne pubblicata la prima farmacopea del Regno d’Italia scritta con rigore scientifico, mentre si ha testimonianza, a partire dalla seconda metà del 1500, dell'esistenza delle prime farmacopee sotto il controllo dell’autorità comunale, si pensi ai comuni di Bergamo, Piacenza, Torino, Parma, Venezia, Bologna e Mantova. Fu Federico II nel 1234 a vietare la professione del farmacista a coloro che non fossero autorizzati, “elevando gli studi in farmacia a livello universitario”. Sin dal XX secolo, la farmacia rappresentò sia l’officina che il luogo di vendita, come documentano una serie di utensili tra cui un reagentario completo di valigetta in legno che contiene ancora oggi tutte le boccette necessarie per le analisi chimiche, un cilindro in vetro graduato e una vecchia cassa con manovelle per i conti. Vecchi libri, boccette di vetro blu, fotografie d’epoca e una grande insegna Liberty arricchiscono il percorso della mostra, tra alchimie e preziose ceramiche dipinte. Una serie di albarelli di varia dimensione, datati dal XVI al XVIII secolo completano questo percorso tra scienza e artigianato. Ceramiche dipinte nei colori tipici del blu e dell’ocra su fondo panna e nelle tonalità del blu e del bianco si caratterizzano per il disegno di una figura di donna nella parte centrale o per la variante con emblema dell’ordine francescano (braccia incrociate su una croce). Alcuni albarelli riportano al centro l’emblema dei Carafa di Andria, dei santi Vito, Antonio e Nicola e della Vergine Maria. Una serie di albarelli di diverse dimensioni datati al XVIII secolo sono firmati Francesco Saverio Marinaro. Dipinti in ocra e blu cobalto rappresentano invece paesaggi fantastici con animali a simbolo di una natura libera e incontaminata. Tra gli esemplari più significativi, un'anforetta quadrilobata in ocra e azzurro di fine XVIII secolo e un’anfora biansata con scena di caccia alla cerva in primo piano, sullo sfondo di un paesaggio fantastico.

Pubblicato da Antonella Colaninno


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