Nudo di donna EGON SCHIELE















domenica 25 novembre 2012

PICASSO ILLUSTRATORE




di Antonella Colaninno

I disegni dei grandi artisti illustrano le opere narrative e spesso si sviluppano come un racconto nel racconto. Il modello letterario rappresenta solo un punto di partenza da cui si crea un percorso intellettuale e artistico nuovo. Le opere grafiche dei libri di artista di Pablo Picasso (1881-1973) illustrano le pagine di importanti capolavori letterari, come Le Metamorfosi di Ovidio (1931) e il Il capolavoro sconosciuto di Honorè de Balzac (1931) le cui edizioni furono curate dal mercante d’arte e editore Ambrosie Vollard e dall’editore Albert Skira. Questi lavori entrano a pieno titolo nell’attività pittorica di Picasso e non possono essere considerate opere minori poiché lo stesso artista amava definirsi illustratore-pittore. In questi disegni vengono riproposti i temi cari a Picasso come la mitologia, l’erotismo e la creazione artistica. Le illustrazioni per le Metamorfosi di Ovidio risalgono agli anni ’30-’31 del 1900. Picasso è qui un disegnatore classico dalla linea morbida e pulita, priva di ombreggiature chiaroscurali. Nonostante l’assenza di chiaroscuro, la linea di contorno chiude al suo interno forme morbide e voluttuose che hanno una intensa plasticità. Picasso gioca con gli opposti e con la linea leggera allarga gli spazi e crea i volumi riempiendoli di vuoto. Nell’assenza di plasticità le forme diventano leggere e creano morbide volumetrie. Nella fusione dei corpi avviene la “metamorfosi” in cui si annullano i limiti fisici e l’uomo si trasforma in energia cosmica acquisendo la conoscenza divina. In Ovidio le metamorfosi avvengono per mano degli dei. In Picasso la fusione dei corpi ha una valenza erotica che si avvale del mito di Eros e Thanatos e unisce in simbiosi non soltanto i corpi ma anche le anime, diventando esperienza assoluta. L’atto sessuale, punto limite di unione della fisicità, è allo stesso tempo il suo superamento perché diventa acquisizione dello spirito. Per lui l’antichità è il mistero, è l’inquietudine del mito e non un’arcadia. La linea è il limite tra finito e infinito, tra unità e molteplicità, tra amore e morte. Le metamorfosi si riallacciano al mito della creazione ma in chiave erotica. Nel 1926 Ambroise Vollard propone a Picasso di illustrare Il capolavoro sconosciuto di Balzac. Nel 1927 Picasso realizza 12 acqueforti per il libro dando forma ad un disegno che si esprime per chiaroscuri e si articola sul tema del pittore e della modella. In Picasso le acqueforti hanno un’unità figurativa e narrativa poiché c’è un’organizzazione spaziale tra le figure, una dialettica tra finito e infinito che crea la narrazione. Le figure non si fondono nello spazio ma lo scandiscono con la loro fisicità.

Pubblicato da Antonella Colaninno


Nessun commento:

Posta un commento