Nudo di donna EGON SCHIELE















domenica 14 luglio 2013

LA BIENNALE DI VENEZIA 55 ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE






di Antonella Colaninno
La 55a Esposizione Internazionale d'Arte compie un passo decisivo in un percorso già sperimentato che pone in relazione gli artisti nel tempo e nello spazio. E'quanto afferma il direttore Paolo Baratta nel considerare la 55a Biennale "una grande mostra ricerca." Massimiliano Gioni, curatore della Mostra Internazionale della Biennale, si chiede quale sia oggi, il mondo degli artisti e se vi siano possibili relazioni con mondi diversi che consentano loro di muoversi in una realtà globale tra passato e contemporaneità. Un tentativo di dare spazio alla propria creatività ben oltre la pretesa di considerare ogni singolo lavoro un'opera d'arte. Sensibilità, utopia, e superamento dei confini della quotidianità sono le coordinate su cui ogni artista libera la propria dimensione creativa. La scelta del titolo "Il Palazzo Enciclopedico" esprime al meglio questa visione globale ed interdisciplinare. Una mostra che raccoglie 150 artisti provenienti da 38 paesi diversi collocabili tra l'inizio del secolo scorso sino ai giorni nostri. Il progetto curatoriale si ispira alla visione utopistica di Marino Auriti che lavorò per anni al suo progetto, rinchiuso in un garage nelle campagne dello stato della Pennsylvania, progettando nel 1955, l'idea di un Palazzo Enciclopedico che depositò all'ufficio brevetti statunitense. Si trattava di un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell'umanità in un edificio di 136 piani alto 700 metri, la cui ampiezza avrebbe occupato ben più di 16 isolati nella città di Washington. "Oggi, alle prese con il diluvio dell'informazione, questi tentativi di strutturare la conoscenza in sistemi omnicomprensivi ci appaiono ancora più necessari e ancor più disperati", afferma Massimiliano Gioni. Una mostra visionaria che ricerca quelle visioni interiori che si confondono nella vastità delle immagini esteriori. Il sapere diventa il desiderio folle che muove questa ricerca ossessiva verso la conoscenza infinita, nel tentativo di dare se pur utopisticamente, un ordine alle cose, tra noiosa catalogazione enciclopedica e la copiosa e confusa abbondanza delle Wunderkammern dei propri sogni dove regnano sovrane conchiglie e sabbie dell'immaginario personale, tra mirabilia artificialia et naturalia. Quella di Auriti ci appare oggi,una sfida di grande attualità, necessaria per strutturare l'enormità delle informazioni a cui siamo continuamente sottoposti. La riflessione sull'importanza del sogno e del proprio mondo interiore trova il suo punto centrale nel "Libro Rosso" di Carl Gustav Jung presentato per la prima volta in Italia ed esposto accanto alle opere di arte contemporanea. Si tratta di un manoscritto illustrato a cui lo psicologo lavorò per oltre 16 anni e che apre il percorso espositivo del Padiglione centrale dei Giardini, mentre il plastico di Auriti trova collocazione all'inizio del percorso espositivo dell'Arsenale. I mondi alternativi rappresentano la fuga dal quotidiano alla riscoperta di quella dimensione dove l'immaginazione e il potere della meraviglia vincono sull'immagine, lasciando un posto privilegiato all'universo personale. Ma può l'artista considerarsi al centro di questa ricerca verso l'assoluto del sè in una costellazione dove il sapere mostra l'irragiungibilità della propria grandezza e l'arte le infinite varianti delle sue forme espressive?

Pubblicato da Antonella Colaninno

Luogo visitato il 31 maggio

In foto: "Il Palazzo Enciclopedico"; immagine di copertina della 55 Esposizione Internazionale d'Arte; Paolo Baratta e Massimiliano Gioni; C. G. Jung

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