Nudo di donna EGON SCHIELE















martedì 9 luglio 2013

MANET RITORNO A VENEZIA

                  
                 
         




"I nemici più espliciti del talento di Edouard gli consentono di dipingere bene gli oggetti inanimati" Emile Zola


"I nostri padri hanno riso di Courbet e ora cadiamo in estasi dinanzi ai suoi dipinti, ridiamo di Manet e saranno i nostri figli a estasiarsi dinanzi alle sue tele." Emile Zola


di Antonella Colaninno

Palazzo Ducale ospita una interessante mostra su Edouard Manet (1832 - 1883), il maestro francese "dall'anima italiana"che subì il fascino della pittura dei grandi artisti del Rinascimento italiano. Una pittura che Manet ebbe occasione di conoscere durante i suoi soggiorni di studio in Italia tra Venezia e Firenze, nel 1853, nel 1857 ed infine, nel 1874 ma ancor prima, al Louvre come copista del museo. L'esposizione veneziana presenta al pubblico circa 40 opere provenenti dal Musèe d'Orsay tra cui la famosa Olympia che, per la prima volta, oltrepassa i confini francesi per essere esposta eccezionalmente, in Italia. L'opera, datata 1863, si offre al visitatore in un confronto diretto con la Venere di Urbino (1538) di Tiziano, proveniente dai prestigiosi musei degli Uffizi di Firenze, mostrando citazioni ed assonanze di due epoche lontane. La sensuale morbidezza del corpo della Venere che si espande ai drappi sinuosi e ai tessuti leggeri, si traduce nella freddezza statuaria dell'Olympia, congelata nella fissità di uno sfondo che nulla lascia intravedere e sul quale gli elementi floreali evocano una femminilità lontana, desunta da quel Giapponismo così di moda in Europa tra la metà dell'Ottocento ed i primi decenni dl Novecento. Non fu solo l'arte italiana ad incidere sul percorso artistico del maestro francese che fu ispirato in generale, dal passato e dal fascino dell'arte spagnola soprattutto da artisti come Diego Velazquez e Francisco Goya. Le Dèjeuner sur l'herbe (Colazione sull'erba, 1863) ripropone la stessa elegante teatralità su una scenografia di contrasti cromatici tipica dello stile di Velazquez e la chiara citazione classica del nudo della donna rappresenta allo stesso tempo, un'audace lettura di un erotismo scandaloso ed irriverente. Anche nelle nature morte riecheggia lo spirito del passato attraverso una rilettura della pittura di genere olandese che Manet trasforma in un linguaggio moderno fatto di pennellate languide e di forme seducenti strutturate sulla forza espressiva del colore, come in Le Citron (Il limone, 1880 - 1881) e in Branche de pivoines blanches et sècateur (Ramo di peonie biane e forbici, 1864). Nelle opere a soggetto religioso evidenti sono i rimandi alla tradizione classica italiana. Il Christ de Douleurs (Cristo dolente, 1857) un'immagine monocroma e solitaria del Cristo, fu ripreso da Manet dagli affreschi di Andrea del Sarto nella basilica della Santissima Annunziata di Firenze, mentre Jesus insultè par les soldats (Gesù deriso dai soldati, 1864) ricostruisce nel sorprendente naturalismo delle figure e del loro valore narrativo, il senso eroico della sofferenza e l'universalità della violenza tra gli uomini. Le opere "spagnole"rappresentano alcuni dei capolavori dell'artista francese come la Lola de Valence (1862 - 1863) e Le Fifre (Il piffero, 1866). La prima tela è il ritratto di Lola Melea, l'ètoile di una compagnia spagnola di balletti molto nota in Francia, mentre la seconda rappresenta un giovane ragazzo in uniforme che comunica le fragilità e la solitudine di questa età sospesa in uno spazio quasi metafisico dove persino lo strumento musicale sembra non emettere alcun suono. La musica e il teatro sono tra gli aspetti che traducono in pittura il rapporto di Manet con la cultura del suo tempo e raccontano dei salotti musicali e delle feste frequentate dall'artista in compagnia della moglie ("entrata nella sua vita come maestra di piano") ed evidenziano alcuni caratteri della società altoborghese che trascende la sua stessa mondanità ed è proiettata esclusivamente, nel proprio mondo interiore, ovattato e chiuso ai problemi della realtà. Le Balcon (Il balcone 1868 - 1869) è collocato accanto al dipinto di Vittore Carpaccio Due dame veneziane del 1495 a sottolineare ancora una volta, l'influenza che la pittura del passato ed in particolare la tradizione italiana, ebbe sull'artista francese. Portrait d'Emile Zola (Ritratto di Emile Zola, 1868) e Portrait de Stèphane Mallarmè (Ritratto di Stèhane Mallarmè, 1876) illustrano l'importanza dei rapporti di Manet con gli scrittori e i poeti del suo tempo. Lo stesso Zola fu grande estimatore della attività artistica del maestro francese che in più occasioni difese dalle critiche e dalle incomprensioni dei contemporanei mentre Mallarmè fu compagno d'avventure professionali come nel lavoo editoriale l'Apres-midi d'un faune (Il pomeriggio d'un fauno). Un altro tema caro all'artista fu quello del mare. Tra le sue marine L'Evasion de Rochefort (Fuga di Rochefort, 1880 - 1881) che unisce alla poetica dell'infinito e della vastità del mare il realismo dell'attualità di un riferimento politico, e Le Grand Canal à Venise (Canal Grande a Venezia, 1874) che si caratterizza per una maggiore luminosità ed una pennellata dai toni più sfumati. L'attenzione di Manet per la società contemporanea lascia testimonianza anche in opere come Sur la plage (Sulla spiaggia, 1873) e Berthe Morisot au bouquet de violettes (Berthe Morisot con un mazzo di violette, 1872), pittrice ed amica di Manet, sua modella preferita e cognata dal 1874. Un percorso espositivo che affascina il visitatore ed offre spunti di studio per una ricerca su una delle più grandi personalità dell'arte contemporanea, attento osservatore della realtà e consapevole anticipatore di quel cambiamento che avrebbe portato nella cultura contemporanea ad una totale e completa interazione delle arti.

Pubblicato da Antonella Colaninno


Mostra visitata il 1 giugno

Venezia, Palazzo Ducale
24 aprile - 18 agosto 2013
a cura di Stèphane Guègan, con Guy Cogeval del Musèe d'Orsay e
Gabriella Belli dei Musei civici di Venezia.


In foto: Olymphia; Venere di Urbino di Tiziano; Le Fifre; Le Balcon; Le Dèjeuner sur l'herbe; Berthe Morisot; Palazzo Ducale, Venezia.






 
 
 

 

 

 
 

 

 

 

 
 
 
 
 

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